Chiesto il processo per Sgarbi. È accusato di reati fiscali

Nel 2020 secondo i pm di Roma l'ex sottosegretario Vittorio Sgarbi acquistò un dipinto facendo figurare la compagna come acquirente.

Chiesto il processo per Sgarbi. È accusato di reati fiscali

Chiesto il rinvio a giudizio dell’ex sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi per l’accusa di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Al centro della contestazione della Procura di Roma c’è l’acquisto di un quadro all’asta nel 2020.

Nel 2020 secondo i pm di Roma l’ex sottosegretario Vittorio Sgarbi acquistò un dipinto facendo figurare la compagna come acquirente

Secondo quanto rappresentato dagli inquirenti nell’imputazione il critico d’arte avrebbe debiti con l’Agenzia delle entrate per un totale di circa 715mila euro. I pubblici ministeri ipotizzano, in pratica, che Sgarbi abbia acquisito il quadro in oggetto facendo figurare la fidanzata come acquirente e servendosi del denaro di una terza persona.

L’inchiesta riguarda il quadro di Vittorio Zecchin “Il giardino delle fate”

La vicenda da cui è nata l’inchiesta della Procura di Roma che vede indagato il noto critico d’arte risale all’ottobre del 2020 e ruota attorno all’acquisto all’asta di un quadro di Vittorio Zecchin, “Il giardino delle fate”, in cui sarebbe figurata come acquirente la compagna di Sgarbi e sarebbe stato usato il denaro di una terza persona per evitare che il Fisco potesse sequestrare l’opera.

La reazione: “È una cosa inverosimile”

“Inspiegabile. Verrà dagli avvocati motivato attraverso la contraddizione profonda di un magistrato che pensa che io che contemporaneamente compravo opere d’arte per me dovessi usare la mia fidanzata per un quadro che invece era suo, è stato regalato a lei. Mi pare legittimo regalare le cose. Ormai siamo nello stato talmente privo di principi che si ritiene che se uno compra un quadro deve essere per forza una persona che lo vuole. E invece può essere un dono, ed è stato un dono. È una cosa che non ha nessun significato, totalmente insensata” ha detto l’ex sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. “Io pagavo le tasse, ho fatto la notariazione, non ho distolto nessun finanziamento alle tasse e quei danari non erano miei ma erano di un signore, banchiere, che ha regalato quel quadro alla mia fidanzata. È una cosa inverosimile. Se uno non vuole vedere neanche le carte, gliele faranno vedere gli avvocati”, ha concluso l’ex sottosegretario.