Cingolani risponde sul nucleare, ma non dice niente. Solita melina. La posizione ufficiale del Governo è un rebus

Sembra sempre più un rebus capire quale sarà la posizione che l’Italia intende assumere rispetto all’imminente decisione della Commissione Ue sul nucleare.

Cingolani risponde sul nucleare, ma non dice niente. Solita melina. La posizione ufficiale del Governo è un rebus

Sembra sempre più un rebus capire quale sarà la posizione che l’Italia intende assumere rispetto all’imminente decisione della Commissione Ue relativa all’inserimento del gas e dell’energia nucleare nella Tassonomia verde europea. Del resto che la questione fosse scivolosa lo si era capito già dall’audizione del ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, che martedì in Parlamento si era guardato bene dall’affrontare questo tema (leggi l’articolo).

Sfortunatamente per lui, durante l’audizione a tirare fuori l’argomento era stato il deputato di Alternativa in commissione Attività produttive, Giuseppe Vianello. Una domanda semplice su quali fossero gli intendimenti del governo in fatto di nucleare e tassonomia europea che, per ragioni di tempo, erano rimasti senza risposta. Questa è, però, arrivata per iscritto ma, spiega il parlamentare, “è una non risposta quella del Mite”.

DOMANDA IRRISOLTA. Sul documento che La Notizia ha potuto visionare, effettivamente non c’è traccia della posizione italiana e, in relazione al nucleare, si legge soltanto che “nella Comunicazione della Commissione n.188/2021, viene illustrato che il processo di riesame è basato sulla relazione tecnico-scientifica indipendente pubblicata nel marzo 2021 dal Centro Comune di Ricerca (Jrc), il servizio della Commissione europea per la scienza e la conoscenza” e che l’atto “non è ancora stato pubblicato”.

Insomma secondo il ministero sarebbe prematuro prendere una posizione sul nucleare prima di visionare tutta la documentazione. Una posizione su cui non concorda Vianello: “La Francia e i Paesi dell’est Europa vogliono il nucleare tra le fonti sostenibili che beneficeranno di centinaia di miliardi di euro, la Germania e diversi Paesi dell’Europa centrale e occidentale si oppongono perché nucleare e gas drenerebbero fondi alle rinnovabili e alla riqualificazione energetica ritardando la transizione ecologica”.

Per questo “duole constatare che l’Italia nonostante due referendum popolari non si è ancora espressa contro il nucleare e quindi subirà silenziosamente la scelta degli altri Paesi dimostrando che questo governo non è capace di tutelare gli interessi italiani in Europa”.

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