Cinquanta milioni di dosi all’Ue. Ora Figliuolo si vota a Pfizer. L’azienda americana ha garantito forniture aggiuntive entro giugno

Pfizer ha garantito forniture aggiuntive entro giugno. Grazie all’accordo sotto scritto con la presidete della Commissione Ue von der Leyen.

Cinquanta milioni di dosi all’Ue. Ora Figliuolo si vota a Pfizer. L’azienda americana ha garantito forniture aggiuntive entro giugno

“Ho ricevuto proprio pochi minuti fa una telefonata del presidente Draghi che mi ha comunicato che grazie a una spinta in ambito europeo già in questo trimestre arriveranno 50 milioni di dosi in più da Pfizer per l’Europa”. Così il commissario straordinario all’emergenza Coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo.

“Le dosi in arrivo per l’Italia da Pfizer – ha aggiunto – sono oltre 670mila già ad aprile, due milioni e 150mila a maggio, oltre 4 milioni a giugno. Finalmente una bella notizia e quindi il piano va avanti così come lo avevo strutturato”. Gonfia il petto il generalissimo durante l’ennesimo annuncio sulla campagna vaccinale (qui i dati sull’andamento). Ma, nonostante Figliuolo tenti di rassicurare, i guai non sono finiti.

Mentre in Italia abbiamo momentaneamente accantonato le dosi di vaccino Johnson&Johnson appena arrivate, l’Ema fa sapere in una nota che “sta indagando su tutti i casi segnalati e deciderà se è necessaria un’azione normativa. L’agenzia sta lavorando a stretto contatto con la Fda statunitense e altri regolatori internazionali. Sta accelerando questa valutazione e attualmente prevede di emettere una raccomandazione la prossima settimana”.

Mentre la revisione è in corso, l’authority Ue “rimane dell’opinione che i benefici del vaccino nella prevenzione del Covid-19 superino i rischi degli effetti collaterali”. Certo è che in Europa non hanno alcuna intenzione di restare con le mani in mano, soprattutto quei Paesi come la Francia e la Germania che procedono speditamente con le vaccinazioni.

Infatti la Commissione europea ha raggiunto un accordo con Pfizer per accelerare l’approvvigionamento di vaccini, con 50 milioni di dosi consegnate in anticipo nel secondo trimestre, che saranno distribuite agli Stati Ue a partire da aprile. Lo ha detto la presidente Ursula von der Leyen, annunciando un definitivo cambio di rotta: “Dovremo sviluppare vaccini adattati alle nuove varianti, presto e in quantità sufficienti. Tenendo questo a mente, dobbiamo focalizzarci sulle tecnologie che hanno dimostrato il loro valore: i vaccini a Rna messaggero, come Pfizer e Moderna, sono un caso chiaro”.

Di fatto, un addio ai composti a vettore virale come AstraZeneca e Johnson&Johnson, non tanto e non solo per i dubbi legati alla sicurezza, quanto per i tanti ritardi avuti nelle consegne. Von der Leyen, infatti, ha voluto ringraziare BioNTech Pfizer che “si è dimostrato un partner affidabile, ha consegnato secondo gli impegni, risponde ai nostri bisogni”. La “buona notizia è che le vaccinazioni accelerano”, gli Stati membri “hanno ricevuto 126 milioni di dosi. Sono felice di annunciare che oggi abbiamo raggiunto i 100 milioni di vaccini somministrati, un traguardo di cui andare fieri. Di questi 100 milioni, più di un quarto sono seconde dosi”, ha detto von der Leyen.

Che poi ha annunciato l’accordo con Pfizer per accelerare la consegna dei vaccini: 50 milioni di dosi che “erano inizialmente previsti per il quarto trimestre 2021, ora saranno disponibili nel secondo”, ovvero tra aprile e la fine di giugno. “Questo porta il totale delle consegne da parte di BioNTech Pfizer a 250 milioni di dosi nel secondo trimestre. Queste dosi verranno distribuite pro quota in rapporto alla popolazione, a tutti gli Stati membri”, ha confermato von der Leyen.

L’Italia prevedeva di ricevere circa 24 milioni di dosi Pfizer entro giugno, che a questo punto dovrebbero invece superare quota 30 milioni. “Stiamo ora avviando una trattativa con Pfizer per un terzo contratto” di fornitura dei vaccini che “prevede la consegna di 1,8 miliardi di dosi nel periodo dal 2021 al 2023”, ha poi annunciato la presidente della Commissione, precisando che l’accordo “comporterà che non solo la produzione dei vaccini, ma anche quella dei componenti essenziali, abbiano sede nell’Ue”.