Cinque Stelle

di Gaetano Pedullà

Dare del boia al Presidente della Repubblica ha fatto precipitare il giovane deputato 5 Stelle Giorgio Sorial tra gli inqualificabili del Parlamento. Si sentirà in buona compagnia tra i tanti impresentabili e gli altrettanti eletti illegittimamente grazie al Porcellum. Sia chiaro, il vilipendio della più alta carica dello Stato va censurato, ma nella sostanza Sorial ha solo tirato fuori la rabbia di un parlamentare che si scopre impotente di fronte ai riti bizantini della nostra politica. Per chi non ragiona con una mente costi quel che costi pragmatica, e se ne frega delle logiche di Palazzo, scaldare inutilmente la sedia mentre il Paese affonda può diventare stressante. Perdenti sul decreto Imu – Bankitalia, così come su tutto il resto da quando stanno in Parlamento, Sorial e i suoi colleghi del Movimento sentono di non riuscire a incidere sulla carne viva del Paese. E mentre le accuse di incostituzionalità, le proteste, l’opposizione rigida su tutti i provvedimenti non producono niente di concreto, i Pentastellati finiscono per isolarsi anche dove potrebbero trovare alleati occasionali, come nel caso dell’impeachment a Giorgio Napolitano. Se il “bello” degli eletti di Beppe Grillo – almeno per chi li vota – è una sicura schiettezza, ormai è ora di capire che se si gioca su certi tavoli non c’è alternativa ad utilizzare le regole della casa e gli spazi che queste regole consentono. Almeno fino a quando quel tavolo – se vorranno – lo potranno pure rivoltare. Nel frattempo sembra apparire uno spiraglio per la nuova legge elettorale. L’accordo tra Renzi e Berlusconi potrebbe reggere, a patto però di aggiustamenti che rischiano di farci riaffacciare dalle parti del Porcellum. Su questo – più che su tutto il resto – i Cinque Stelle potrebbero fare la loro parte, lasciando un inutile Aventino, perché si vada a votare presto e con un sistema perlomeno dignitoso.