Cinquemila casi in un giorno. E l’Italia ripiomba nell’incubo. Corsa senza sosta della curva dei contagi nel Paese. Il Governo pensa a nuove misure ma esclude il lockdown

Con la vertiginosa risalita dei contagi, è chiaro che la pandemia in Italia sta evolvendo rapidamente. Se fino ad ora la situazione era considerata sotto controllo, da ieri l’Istituto Superiore di Sanità ha lanciato l’allarme perché per la prima volta “sono stati rilevati segnali di criticità”. Dall’analisi dei dati compresi tra il 28 settembre e il 4 ottobre, con il record di casi registrato ieri, è stato rilevato un “notevole carico sui servizi territoriali” dai quali emerge con chiarezza che “si è ormai concretizzato un passaggio di fase epidemico in Italia, con aumento consecutivo di casi da 10 settimane” e che sono evidenti “segnali significativi relativi alla diffusione del virus nel nostro Paese”.

Infatti “si osserva un notevole carico dei servizi territoriali che va monitorato per i suoi potenziali riflessi sui servizi assistenziali” e “contestualmente si assiste a un rafforzamento delle misure, in particolare relative all’utilizzo delle mascherine anche in luoghi all’aperto” approvate dal governo. A ben vedere l’ultimo bollettino è di quelli che fanno tremare i polsi perché nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 5.372 nuovi positivi a fronte dei 4.458 del giorno precedente. Crescono anche i morti che passano dai 22 di giovedì ai 28 di ieri e che portano il totale delle vittime, da inizio pandemia, a 36.111. Per l’ennesima volta nessuna regione ha registrato zero contagi.

A farla da padrone è la Lombardia con 983 nuovi casi, seguita dalla Campania con 769, dal Veneto con 595 e dalla Toscana 483. A seguire il Piemonte con 401 nuovi positivi, il Lazio fermo a quota 387 e l’Emilia-Romagna a 276. Non va meglio neanche in Puglia con 249 casi, la Sicilia 233, la Liguria 196, Umbria 151, Friuli-Venezia Giulia 146, Sardegna 134, Abruzzo 103, che completano il quadro delle regioni che hanno sfondato la quota psicologica dei 100 nuovi ammalati.

Che la situazione sia particolarmente calda lo si capisce anche dalle parole del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, che su Facebook ha scritto: “Cari lombardi, soprattutto giovani, ho bisogno di tutta la vostra attenzione e la vostra collaborazione. I contagi sono in crescita, e lo vedete. Devo chiedervi più attenzione e responsabilità: distanza, lavaggio delle mani, mascherine. Tra amici, al ristorante, fuori la sera, a scuola, in piazza. Questa nuova normalità in cui ci troviamo richiede il lavoro di tutti. Pensate ai vostri genitori, ai vostri nonni, agli amici, a voi stessi”.

PRONTI A TUTTO. Tra i tanti indicatori, tutti negativi, a preoccupare maggiormente c’è quello sui pazienti ricoverati in terapia intensiva che solo nelle ultime 24 ore sono aumentati di altre 29 unità, portando il totale a 387. Al momento lo stato dei reparti ritenuti maggiormente indicativi sulla gravità del covid risulta particolarmente gravoso in Campania, dove i ricoverati sono 63, seguita dal Lazio con 57 e dalla Lombardia con 44. Proprio per questo il governo non esclude ulteriori restrizioni anche se assicurano, come affermato anche dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, che al momento il lockdown non è un’opzione.

“Sappiamo che lavoro e scuola sono i due pilastri da difendere dal Covid. Non voglio altri lockdown” per questo “serve massimo rigore e, se sarà necessario, stringeremo ancora di più i bulloni” per contrastare l’epidemia, a dirlo è il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia. Parole a cui ha fatto seguito l’incontro tra il premier Giuseppe Conte, i capi delegazione della maggioranza, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, quello della Cultura Dario Franceschini, il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e quello della Salute Roberto Speranza, per fare il punto sulla situazione del Covid-19 e valutare eventuali misure tra cui il rafforzamento dello smart working, le eventuali chiusure localizzate e la possibile stretta su trasporti e orari dei locali fino, se necessario, al ripristino del divieto di spostamento tra regioni.

Nel frattempo va avanti il piano per il potenziamento del sistema sanitario voluto dal governo per rafforzare la rete degli ospedali Covid. Dopo la pubblicazione della procedura di gara per l’approvvigionamento di “lavori e servizi tecnici destinati alle strutture sanitarie impegnate sull’emergenza”, il commissario straordinario Domenico Arcuri ha firmato 9 ordinanze di delega delle funzioni commissariali ad altrettanti presidenti di Regioni che ne hanno fatto richiesta.