Cittadinanza farsa a Suàrez. Dopo l’Università trema la Juventus. I pm cercano i contatti tra il club e i docenti indagati. Sul caso ha aperto un fascicolo d’inchiesta pure la Figc

Da mancato colpo d’estate della Juventus, Luis Suàrez rischia di trasformarsi in un tormentone autunnale dagli esiti a dir poco imprevedibili. Con l’inchiesta giudiziaria aperta dalla Procura di Perugia che procede spedita in merito all’esame farsa sostenuto dal calciatore per ottenere la cittadinanza, requisito necessario per l’eventuale tesseramento da parte dei bianconeri, in queste ore se ne aggiunge anche un’altra da parte della Figc che potrebbe addirittura portare a conseguenze sportive. C’è da sottolineare che, allo stato attuale, la Juventus e i suoi tesserati non risultano indagati ma non si può escludere che qualcosa possa cambiare in futuro perché, stando a quanto trapela, i pubblici ministeri diretti dal procuratore Raffaele Cantone stanno dando la caccia agli eventuali contatti tra il club e l’Università per gli Stranieri di Perugia.

Una pista tutta da verificare, quella che porterebbe al club, che scaturisce dall’intercettazione che ha coinvolto l’avvocato dei bianconeri Maria Turco, la quale è bene ribadire che non è una tesserata del club, in cui sostanzialmente afferma che altri calciatori “in futuro potrebbero venire da voi”. Una conversazione che, va sottolineato, per gli inquirenti non costituisce alcuna forma di pressione come si evince dal fatto che la Turco non è stata iscritta al registro degli indagati. Proprio l’avvocato, finita al centro dell’attenzione mediatica, ha voluto spiegare la propria posizione raccontando di essere stata effettivamente lei il contatto tra il club torinese e l’ateneo precisando anche che “le mie parole, captate con intercettazioni telefoniche, sono state oggi, evidentemente per necessità di sintesi, riportate fuori contesto e in maniera incompleta”.

Sempre secondo lei, “nel corso di quelle conversazioni telefoniche, infatti ho espresso chiaramente la richiesta che la procedura di esame avvenisse, come previsto, in presenza e senza alcun tipo di trattamento di riguardo rispetto a qualsiasi candidato”. Insomma una vicenda ingarbugliata in cui l’unica certezza è che l’indagine penale sta accelerando tanto che nel fascicolo è stata iscritta la nuova accusa di corruzione contestata a Simone Olivieri e Giuliana Grego Bolli, rispettivamente direttore generale e rettrice dell’ateneo.

Allo stato attuale e in base a quanto trapela, la corruzione appare per lo più un’ipotesi investigativa sullo sfondo dell’inchiesta con gli inquirenti che intendono valutare la possibilità che in cambio della prova agevolata a Suàrez, i vertici di Palazzo Gallenga possano avere ricevuto la promessa di utilità che, forse, potrebbe consistere in altri esami per la certificazione linguistica magari legati a giovani calciatori. Un’accusa per la quale, al momento, non esisterebbe alcuna ipotesi sull’eventuale corruttore.

Che si sia trattato di un esame farsa, è però più che una tesi dell’accusa. Proprio gli indagati, tutti appartenenti all’Università per gli Stranieri di Perugia, in alcune intercettazioni, rivelano che il calciatore non è assolutamente preparato. A dirlo chiaro e tondo è la stessa docente, Stefania Spina, incaricata di preparare il calciatore del Barcellona soprannominato “el pistolero”: “Oggi c’ho l’ultima lezione e me la devo preparare perché non spiccica na parola”. Dall’altro capo del telefono c’è un attonito interlocutore a cui la docente spiega, senza giri di parole, che in realtà Suàrez “è un A1 pieno, non c’è speranza” in quanto “non coniuga i verbi e parla all’infinito”.