Colpo alla cassa di Matteo Messina Denaro. Maxi confisca dei beni al cugino del boss di Cosa Nostra

Una maxi confisca ha colpito Giovanni Filardo, imprenditore edile originario di Castelvetrano, cugino di Matteo Messina Denaro, il numero uno di Cosa Nostra

Una maxi confisca ha colpito il patrimonio di Giovanni Filardo, imprenditore edile originario di Castelvetrano (provincia di Trapani), cugino di primo grado di Matteo Messina Denaro, il numero uno di Cosa Nostra ancora latitante. Il provvedimento è stato emesso dalla Direzione Investigativa Antimafia di Trapani: gli inquirenti ritengono che le attività economiche e i beni a disposizioni potessero far parte del tesoro della cupola comandata dal boss. Filardo è stato arrestato nel 2010, nell’ambito dell’operazione denominata Golem, con l’accusa di concorso in associazione mafiosa.

L’imprenditore era ritenuto un componente di primo piano del mandamento di Castelvetrano, tanto da aver attuato estorsioni, anche con atti intimidatori come incendi a chi si rifiutava di versare il pizzo. Inoltre era stato accusato di “interposizione fittizia di valori” con “condotte dirette a garantire la latitanza di Matteo Messina Denaro”, come hanno riferito i magistrati. La Corte d’Appello di Palermo ha condannato Filardo a 12 anni e 6 mesi, capovolgendo la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Marsala in primo grado.

Grazie alla misura sono state confiscate una impresa edile a responsabilità limitata, 23 tra mezzi d’opera, automezzi e autoveicoli, un fabbricato rurale, 7 appezzamenti di terreno, una villa con finiture di pregio, un fabbricato ad uso abitativo e 4 conti correnti bancari.