Colpo di scena al processo per la morte di Stefano Cucchi che vede imputati cinque carabinieri. Il pm Giovanni Musarò ha riferito in aula i contenuti di una denuncia presentata da uno dei militari imputati, Francesco Tedesco, nella quale ricostruisce i fatti di quella notte e “chiama in causa” altri due militari, oggi sotto processo per il pestaggio.
“Il 20 giugno 2018 – ha detto il pubblico ministero – Tedesco ha presentato una denuncia contro ignoti in cui dice che quando ha saputo della morte di Cucchi ha redatto una notazione di servizio. In sintesi ha ricostruito i fatti di quella notte e chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto”.
I successivi riscontri della procura hanno portato a verificare che “è stata redatta una notazione di servizio – ha aggiunto ancora Musarò – che è stata sottratta e il comandante di stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza”.
“Il muro – ha commentato su Facebook Ilaria Cucchi, sorella di Stefano – è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi. Importante è che questa verità – ha aggiunto – entra nel processo con le parole di uno degli imputati, che racconta il massacro di Stefano e tutto ciò che è accaduto nei giorni successivi, ovvero le coperture che ci sono state”.
“Immensa soddisfazione” è stata espressa, commentando la notizia, da Riccardo Casamassima, l’appuntato dei carabinieri che con la sua testimonianza fece riaprire l’inchiesta sulla morte di Cucchi. “La famiglia Cucchi – ha detto il militare – ne aveva diritto. Mi è venuta la pelle d’oca nell’apprendere la notizia. Tutti i dubbi sono stati tolti. Signora Ministro io sono un vero carabiniere. L’Italia intera ora aspetta i provvedimenti che prenderà sulla base di quello che è stato detto durante l’incontro. Sempre a testa alta. Bravo Francesco, da quest’oggi ti sei ripreso la tua dignità”.