Compagnie telefoniche, dalle destre un altro regalo alle imprese e a pagare sono i consumatori

Con il ddl Concorrenza le destre potrebbero fare un bel regalo alle compagnie telefoniche, permettendo di adeguare i prezzi all'inflazione.

Compagnie telefoniche, dalle destre un altro regalo alle imprese e a pagare sono i consumatori

Come al solito, a pagare sono i contribuenti. Con un bel regalo alle aziende. Almeno questa è l’intenzione della maggioranza (o almeno una sua parte) con gli emendamenti al disegno di legge annuale sulla Concorrenza, all’esame del Senato, che potrebbero comportare costi aggiuntivi per gli utenti sui contratti telefonici. Così come in Manovra, quindi, il governo prende una chiara posizione: dalla parte delle imprese, facendo pagare sempre più i cittadini.

Nella Legge di Bilancio attraverso nuove tasse o aumenti delle accise, in questo caso permettendo alle compagnie telefoniche di alzare i prezzi. La proposta dei senatori di Forza Italia Antonio Trevisi, Adriano Paroli e Dario Damiani prevede che alle compagnie telefoniche venga permesso di agganciare le tariffe all’andamento dell’inflazione. Quindi, se cresce l’inflazione le società possono aumentare i prezzi, senza permettere all’utente di cambiare gestore. Le aziende potranno aumentare automaticamente i prezzi con il pretesto dell’inflazione, adeguandoli alla crescita dell’indice annuale dei prezzi al consumo e aggiungendo un ulteriore incremento legato a un coefficiente predeterminato.

Il regalo alle compagnie telefoniche: la proposta per legare le tariffe all’inflazione in automatico

Aumenti che possono arrivare una volta l’anno, con un preavviso di due mesi. E l’eventuale crescita dei prezzi “non costituisce modifica delle condizioni contrattuali”. Qui la novità, perché non si permette agi utenti di procedere con il recesso gratuito. Non resta che pagare, senza poter cambiare gestore se non con eventuali penali. Una norma che si oppone anche alla delibera dell’Agcom che prevede che le variazioni di prezzo sono una modifica delle condizioni contrattuali e per questo danno diritto al recesso.

Non solo, perché un passo indietro arriva anche sul fronte del telemarketing. Altri emendamenti prevedono di superare il divieto di utilizzo per fini commerciali dei dati relativi al cambio di operatore. In pratica, le compagnie potrebbero usare i dati degli utenti per offerte commerciali mirate, un vero e proprio ritorno al telemarketing selvaggio che manderebbe all’aria anni di battaglie dei consumatori. I tempi per approvare il testo, però, sono stretti: essendo legato agli obiettivi del Pnrr il via libera deve arrivare entro dicembre, quindi una soluzione potrebbe essere quella di far decadere tutti gli emendamenti per fare in fretta.

Come sottolinea il deputato del Pd, Marco Furfaro, “mentre gli stipendi restano fermi, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno trovato un altro modo per far pagare tutti di più”. Furfaro parla di “manina” e di “nuovo regalo alle compagnie telefoniche” e attacca: “È la solita destra, quella che prometteva di “difendere gli italiani” e che invece difende sempre i soliti noti”.