Comuni sciolti per mafia. Liberarsi dalle cosche è impossibile

Solo quest'anno sono stati già sciolti 7 comuni per mafia. Ben 25 sono quelli tutt’ora affidati a un commissario straordinario.

Comuni sciolti per mafia. Liberarsi dalle cosche è impossibile

Se c’è un evergreen in Italia è quello delle mafie. Un fenomeno, quello della criminalità organizzata, che a suon di infiltrazioni flagella le amministrazioni e che è ormai una piaga senza fine. Stando ai dati raccolti da Avviso Pubblico, l’associazione nata nel 1996 per riunire gli amministratori pubblici al fine di promuovere la cultura della legalità, soltanto quest’anno sono stati già sciolti 7 comuni mentre ben 25 sono quelli tutt’ora affidati a una commissione straordinaria come previsto ex art. 143 dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (Tuel, ndr). A fronte di questi numeri, però, soltanto per quattro comuni ieri il Viminale ha fissato una data – il 27 novembre – per il ritorno alle urne.

Solo quest’anno sono stati già sciolti 7 comuni per mafia. Ben 25 sono quelli tutt’ora affidati a un commissario straordinario

Quel che bisogna subito chiarire è che la battaglia contro le mafie che lo Stato italiano combatte da tempo è ben lontana dall’essere vinta. Anzi come emerge da quello che sarà uno degli ultimi provvedimenti presi dal ministro dell’interno uscente, Luciana Lamorgese, si procede a piccoli passi per via di lungaggini nelle procedure.

In tal senso basti pensare che la normativa vigente, come segnala Openpolis, prevede che “quando un comune viene commissariato per mafia, viene insediata una commissione straordinaria di tre membri” e “questo commissariamento ha una durata di 18 mesi ma nella prassi, viene sempre prorogato a 24”.

Quel che è certo è che ieri è stato firmato il decreto con cui Lamorgese ha fissato la data per riportare alle urne quattro comuni. Come si legge nell’atto “le consultazioni per l’elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali sono fissate per domenica 27 novembre” mentre “l’eventuale turno di ballottaggio avrà luogo domenica 11 dicembre”.

Il documento, si legge sul sito del ministero, è già stato inviato “ai prefetti interessati” così che possano provvedere “alla convocazione dei comizi elettorali e agli altri adempimenti di loro competenza”. Come comunicato a La Notizia dal Viminale, gli enti locali interessati sono: Pratola Serra (Avellino); Marano di Napoli (Napoli); Cutro (Crotone); Sant’Eufemia d’Aspromonte in (Reggio Calabria).

Insomma appare chiaro che si tratta di una goccia nel mare anche soltanto alla luce del dato del 2021 quando sono stati 14 i comuni sciolti per infiltrazione – di cui 4 in Calabria, 4 in Puglia, 4 in Sicilia e 2 in Campania -, e a quello ancora parziale del 2022 che vede sette amministrazioni locali finite nei guai. Quest’anno i provvedimenti hanno riguardato i comuni campani di Castellamare di Stabia, Torre Annunziata e San Giuseppe Vesuviano; quelli calabresi di Portigliola e Soriano Calabro; e quelli pugliesi di Trinitapoli e Neviano.

Dati alla mano uno dei maggiori problemi, come emerge dai dati, è che molti comuni risultano recidivi – emblematico in tal senso il caso di Marano che è l’unico comune ad aver subito per quattro volte un provvedimento di scioglimento – e ciò dimostra come le infiltrazioni siano profonde e dure a morire.

Un dato che emerge ancor più chiaramente considerando che “i commissariamenti durano in genere 24 mesi e così oltre ai 14 iniziati nel 2021, se ne aggiungono anche altri che hanno preso avvio negli anni precedenti”.

Nel 2021 sono stati ben 50 i commissariamenti per infiltrazioni della criminalità organizzata

In questo modo emerge che nel 2021 sono stati ben 50 i commissariamenti per infiltrazioni della criminalità registrati e di questi 16 sono risultati recidivi, per la precisione “in 12 di questi casi si tratta del secondo commissariamento, in 3 del terzo e in un caso, quello di Marano di Napoli, del quarto anche se una di queste annullata nel 2004”.