Secondo il leader M5S, Giuseppe Conte, è il momento di “sperimentare anche in Italia la riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio”. Una proposta di legge già esiste e prevede di ridurre l’orario da 40 a 32 ore settimanali a parità di salario, nell’ambito della contrattazione collettiva e includendo esoneri contributivi ai datori di lavoro che sperimentano tale possibilità. La proposta è stata presentata da M5S, Avs e Pd, ma è ferma da mesi in Parlamento.
Uno studio analizza i benefici della settimana lavorativa corta
Ora anche uno studio condotto dal Boston College, pubblicato su Nature Human Behaviour, certifica i benefici per i lavoratori che a parità di stipendio passano alla settimana lavorativa di quattro giorni: migliora la salute fisica e mentale, minori livelli di stanchezza, riduzione dei problemi di sonno. Allo stesso tempo, maggiore soddisfazione ed efficienza sul lavoro.
In generale, per preservare la produttività “le aziende generalmente intraprendono un processo di riorganizzazione del lavoro in cui le attività a valore basso o nullo, come le riunioni non necessarie, vengono ridotte”.
Gli effetti erano già visibili con una riduzione di 5 ore settimanali
Lo studio ha analizzato i dati di quasi 3mila lavoratori passati alla settimana corta afferenti a 141 aziende dislocate in Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito, Irlanda e Stati Uniti. Gli effetti erano già visibili con una riduzione di 5 ore settimanali.
“Decenni di ricerche identificano il luogo di lavoro come un fondamentale determinante sociale della salute”, scrivono i ricercatori. “Questo studio ha importanti implicazioni per comprendere il futuro del lavoro, con la settimana lavorativa di 4 giorni che probabilmente ne costituirà una componente chiave”, concludono.