Confindustria confessa. Vuole pagare il lavoro meno dei sussidi

Ieri all’assemblea di Assolombarda il presidente di Confindustria, Carlo Bononi, è tornato ad attaccare il Reddito di cittadinanza.

È andato in onda ieri l’ennesimo show di Carlo Bonomi. All’assemblea di Assolombarda il leader di Confindustria prova ad arringare la platea con i suoi soliti cavalli di battaglia. Dall’avversione ai partiti che per fini elettorali e propagandistici boicottano le riforme al solito disco rotto contro il Reddito di cittadinanza.

Per il presidente di Confindustria Bonomi, Draghi è ostaggio di una maggioranza rissosa

Un tritacarne in cui finiscono tutti a partire da colui che pare esser diventato il suo nemico numero uno: il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Tutti colpevoli dunque tranne uno: Mario Draghi. Secondo Bonomi il premier non ha colpe è solo ostaggio della maggioranza rissosa che sostiene il suo Governo. Ma prima che Bonomi reciti il suo copione sale sul palco il ministro Vittorio Colao. Il messaggio del Governo agli imprenditori non può essere più diretto. “Cari imprenditori, assumete di più, pagate di più e fate attenzione al gap di genere”.

Ma Bonomi se ne infischia delle parole di Colao. Non raccoglie l’invito dei Migliori e insiste. “Quando cerchiamo i giovani per dargli lavoro abbiamo un grande competitor che è il reddito di cittadinanza”, dice. “è vero – ha aggiunto – che il reddito di cittadinanza esiste anche in altri Paesi europei. Ma è anche vero che quando rinunci a un posto di lavoro ti tolgono il reddito. Si sono trovati i soldi per rifinanziarlo ma senza riformarlo”.

Ma, primo, non è vero che il Reddito di cittadinanza non sia stato riformato. Anzi è stato fortemente rimaneggiato con l’ultima Manovra. Secondo, l’importo medio del sussidio è circa 500 euro. “Se il Reddito di cittadinanza fa concorrenza ad uno stipendio vuol dire che cercano schiavi, non giovani”, dichiara il pentastellato, Luigi Gallo. “Per il presidente di Confindustria, il competitor degli imprenditori italiani è il reddito di cittadinanza, non salari europei. Dimmi il tuo competitor e ti dirò chi sei”, dice il senatore del Pd, Tommaso Nannicini.

Mentre il commissario Ue per il Lavoro, Nicolas Schmit, ha sostenuto che in Italia c’è un problema salariale. Ma Bonomi continua a fare lo gnorri. In un attimo fa carta straccia di tutte le statistiche e gli studi che attestano che il Reddito di cittadinanza ha ridotto la povertà assoluta e ha permesso a tanti di non affogare.

“Abbiamo 800 miliardi in più di debito pubblico in un decennio e non abbiamo sconfitto la povertà, anzi l’abbiamo aumentata. Abbiamo decine e decine di bonus, che hanno l’unica caratteristica di essere individuati dagli elettori dei partiti. L’ultimo è il bonus psicologi. Oltre il 50% degli italiani riceve sussidi”, sentenzia Bonomi.

Che si scaglia con violenza contro Orlando, colpevole di aver proposto di subordinare gli incentivi alle imprese agli aumenti dei salari. Gli addossa, poi, la responsabilità di aver mantenuto la Cig nelle forme tradizionali (“Non siamo il bancomat di Stato”, dice) e di aver avanzato una proposta di salario minimo bocciata di recente dal leader della Cisl, Luigi Sbarra che Bonomi apertamente ringrazia (“Un conto è garantire un salario minimo per legge e altro è garantirlo con la contrattazione collettiva”).

E ancora: “Siamo arrivati al paradosso che abbiamo un ministro del Lavoro che deve trovare lavoro ai navigator che erano stati presi per trovare lavoro a chi non ce l’aveva”. Prova a replicargli il leader M5S. “Non è assolutamente vero” che il Reddito di cittadinanza fa concorrenza a chi cerca lavoro. “Lo dicono le statistiche. Io dico agli industriali: approvate con noi e siate favorevoli al salario minimo e vedrete che non ci sarà nessuna concorrenza”, dice Giuseppe Conte. Ma le speranze che l’appello possa attecchire sono, al momento, pari allo zero.