Consiglieri regionali deluxe. Salasso da 109 milioni l’anno. Dalle Alpi alla Sicilia un esercito di 884 eletti. Con stipendi fino ai 135mila euro l’anno

Spendi e spandi. Il referendum sul taglio dei parlamentari ha dato un esito chiaro: basta con gli sprechi. Il passaggio successivo? Una bella sforbiciata alle onorevoli indennità. Il riferimento non è solo e soltanto ai palazzi romani. Senza dubbio gli oltre 17 mila euro lordi dei deputati e gli oltre 19 mila euro dei senatori fanno gola a tutti. Ma non serve arrivare nella prestigiosa capitale per vedere indennità dalla doppia cifra. Guardando un po’ più vicino a noi, per non dire al palazzo accanto, ciascuna Regione elargisce stipendi che non sfigurano al cospetto di quelli parlamentari. Sono 884 i consiglieri regionali dell’intero stivale che costano ogni anno ai contribuenti 109 milioni. Anzi, per la precisione, 109.794.592,00 euro.

Oltre ai Presidenti di Regione che percepiscono uno stipendio di circa 13.800 euro ci sono, infatti, i semplici consiglieri regionali. Anche per loro, come per i su citati Governatori, c’è un limite stabilito dalla legge: massimo 11.100 euro al mese. La determinazione, tuttavia, dipende dalle singole Regioni. Parliamo ovviamente delle retribuzioni base, al netto di eventuali indennità di carica. Insomma, il minimo sindacale per occupare uno scranno nell’ente locale più prestigioso. Per gli altri, ovviamente, l’indennità varia a seconda del ruolo o dell’incarico ricoperto. C’è da fare quindi una distinzione tra Presidente del Consiglio regionale, Presidente della Regione e componenti della Giunta regionale – consiglieri e non – a cui spetta un’indennità di carica, un’indennità di funzione e il rimborso spese per l’esercizio del mandato.

La cifra di 13.800 euro lordi è il massimo consentito per il Presidente della Giunta regionale e per il Presidente del Consiglio regionale. Gli 11.100 euro, invece, che è il limite massimo stabilito per i consiglieri semplici, si articola in indennità di carica e rimborso spese per i costi sostenuti legati all’attività politica svolta. Oltre a fare distinzione di regione in regione, come nel caso dei governatori, sulla quota di indennità che subisce tassazione e la quota di rimborso spese, che invece non viene tassata. C’è da dire che complessivamente la spesa dell’ente è diversa a causa del differente numero di consiglieri. Numero che dipende esclusivamente dalla densità di popolazione.

Sono in totale 10 le regioni che danno il massimo stipendio consentito. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Liguria, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto elargiscono, quindi, uno stipendio annuo di 133.200 euro, ovvero appunto 11.100 euro al mese tra indennità e rimborsi vari. Tra queste l’Abruzzo come la Calabria e la Liguria hanno 30 consiglieri regionali raggiungendo così una spesa complessiva minima a carico dei contribuenti di quasi 4 milioni (3.996.000). In Basilicata e Molise i membri del consiglio sono un po’ meno, 20, quindi la spesa ogni anno parte da 2.664.000 euro.

Mentre il Lazio, la Puglia e il Veneto avendo 50 consiglieri regionali, raggiungono una spesa minima annuale di 6.660.000 euro. L’Assemblea regionale siciliana, invece, ha dei numeri più consistenti: 70 consiglieri regionali a 11.100 euro al mese per una spesa annua di 9.324.000 euro. In Toscana i 40 consiglieri regionali, anche qui a 133.200 euro l’anno, fanno sì che la spesa minima per il consiglio sia di almeno 5.328.000 euro ogni dodici mesi. Su un gradino leggermente più basso si piazza la Campania dove i consiglieri regionali percepiscono 132.000 euro l’anno, solo 100 euro in meno al mese rispetto ai consiglieri delle regioni nella top ten. La spesa annua minima dell’intero consiglio, costituito da 50 membri, è di 6.600.000. Quindi di 60 mila euro in meno rispetto a Lazio, Puglia e Veneto.

La Lombardia possiede il consiglio più numeroso d’Italia, 80 membri. Ogni consigliere semplice porta a casa tra indennità e rimborso spese 10.545 euro al mese, quindi 125.540 euro l’anno, per una spesa annuale minima dell’intero consiglio di 10.043.200. Anche il Trentino Alto Adige non scherza con i numeri. Ha un consiglio composto da 70 membri a 135.000 euro l’anno per un totale minimo di 9.450.000. L’altra isola, la Sardegna, consente ai propri consiglieri regionali di portare a casa ogni mese 10.450 euro, che per dodici mensilità raggiunge quota 125.400 euro. C’è da aggiungere che l’isola ha un’assemblea di 60 membri, quindi la spesa per il solo consiglio parte ogni anno da 7.524.000,00 euro.

Subito dopo i consiglieri della Sardegna abbiamo gli umbri. Che grazie ai 10.125 al mese (121.500 l’anno) portano la spesa minima annua del consiglio, composto da 20 membri, a 2.430.000. Segue la regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia che dal 2013 ha un consigliere regionale ogni 25 mila abitanti a 9.800 euro al mese, 117.600 l’anno, che moltiplicato per i 49 consiglieri regionali porta la spesa minima a 5.762.400 euro. Nelle Marche un consigliere semplice prende 9.100,00 euro al mese, 109.200 euro l’anno, che moltiplicato per i 30 membri del consiglio arriva ad un totale di 3.276.000 euro. Ultime nella classifica delle regioni spendaccione e quindi primi per territori virtuosi abbiamo, sempre per ordine decrescente di mensilità, il Piemonte, la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna.

I consiglieri regionali della regione ai piedi della Alpi, nota per i vini come il Barolo, percepiscono mensilmente 8.500 euro, 102 mila euro l’anno, che moltiplicati per i 50 consiglieri portano la spesa minima annua a 5.100.000. La Valle d’Aosta ha 35 consiglieri e ciascuno porta a casa mensilmente 7.871 euro, 94.452 euro in 12 mesi, per una spesa complessiva minima dell’intero consiglio di 3.305.802. In fine c’è la regione di Stefano Bonaccini (nella foto), la più virtuosa: accredita ai suoi 50 consiglieri 7.258,65 euro al mese, 87.103,80 euro l’anno. La spesa annuale minima per l’intero consiglio è di 4.355.190. Che, a parità di numero di consiglieri, paragonati ai 6.660.000 di Lazio, Puglia e Veneto sembrano pochi. Sembrano.