Consip, l’Ad Marroni si attacca alla poltrona. Pratica niente affatto chiusa dopo le dimissioni del Cda. Il totonomine è appena cominciato

Pratica niente affatto chiusa dopo le dimissioni del Cda della Consip. Il totonomine per la successione è appena cominciato

La situazione esplosiva che si è venuta creare all’interno della Consip rischia di rendere ancora più incandescente la partita delle nomine. A nessuno infatti sfugge che, oltre alle varie Sogesid, Consap, Poligrafico, Istituto Luce e Rete Autostrade Mediterranee, l’uscita anticipata dell’Ad Luigi Marroni metterebbe sul piatto anche la poltrona di amministratore delegato della Consip, la strategica centrale acquisti del Tesoro. Certo, viste le inchieste e le polemiche non si può dire che in questo momento l’incarico sia tra i più ambiti. Ma un nuovo timoniere andrà trovato. Tra l’altro, nel caleidoscopoico mondo di via XX Settembre c’è un altro super boiardo che sta avendo qualche fibrillazione. Si tratta di Luigi Ferrara, presidente dimissionario della stessa centrale acquisti dopo la sua iscrizione sul registro degli indagati da parte della procura di Roma per avere ritrattato alcune dichiarazioni sul medesimo caso Consip.

Incarichi – Si dà infatti il caso che Ferrara attualmente sia anche (e soprattutto) il capo del Dag, il Dipartimento dell’amministrazione generale di via XX Settembre, in pratica il capo del personale del ministero. In più è responsabile della prevenzione della corruzione di via XX Settembre, consigliere di amministrazione della Difesa Servizi (società pubblica che cura tutta una serie di attività collaterali della Difesa, dagli immobili ai marchi) e fino a non molto tempo fa gestiva ad interim all’interno del Dag la strategica “Direzione razionalizzazione degli immobili, degli acquisti, della logistica e gli affari generali”, proprio quella che tra le altre cose deve vigilare sulla Consip. Questo per dire che anche la figura di Ferrara rischia di traballare. Tornando a Marroni va detto che adesso, da un punto di vista procedurale, dopo le dimissioni di Ferrara e di Marialaura Ferrigno (l’altra consigliera del Tesoro in Consip), l’Ad ha una settimana di tempo per convocare l’assemblea dei soci. Appuntamento al quale è ragionevole credere che il Tesoro gli chiederà un passo indietro. Ma indiscrezioni insistenti descrivono un Marroni intenzionato a resistere contro l’ipotesi di allontanamento, forte del buon bilancio chiuso e del fatto che non è certo lui a essere indagato. Insomma, l’Ad parrebbe intenzionato a giocarsi una carta legale. La realtà vera è che Marroni, dopo l’esplosione del bubbone, ha cominciato a pagare quella che un tempo era la vicinanza a Matteo Renzi: più volte, del resto, La Notizia ha ricordato come il manager toscano fosse capo della Asl di Firenze ai tempi dell’ex Rottamatore nelle vesti di sindaco.

Le ipotesi – Ieri si sono rincorsi anche rumors sui suoi successori al vertice della Consip. Sul punto sono stati fatti i nomi di Cristiano Cannarsa, Ad della Sogei, Elisabetta Spitz, Ad di Invimit, ed Enrico Pazzali, Ad di Eur Spa. Ma si tratta di manager che gestiscono società controllate dal Tesoro non in scadenza. Ne consegue che un loro spostamento non farebbe altro che togliere altre tessere a un mosaico già adesso di complicata composizione. E a proposito di responsabili del personale uno spostamento di rilievo sembra imminente dalla Cassa Depositi e Prestiti. Qui le indiscrezioni danno in uscita la chief operting officer (con responsabilità sul personale) Simonetta Iarlori, destinata ad approdare a Leonardo (ex Finmeccanica). Qui troverebbe il nuovo Ad, Alessandro Profumo, con cui la manager condivide un passato in Unicredit. Sempre in ballo, infine, ci sono i rinnovi dei Cda di Sogesid, Consap, Istituto Luce, Poligrafico e Rete Autostrade Mediterranee. In questo caso si discute addirittura di uno sdoppiamento delle poltrone di presidente e Ad.

Twitter: @SSansonetti