L e misure varate dal governo Conte a sostegno dell’occupazione hanno salvaguardato 400mila posti di lavoro. E se è possibile ritenere “plausibile” una “ripresa significativa nella seconda parte dell’anno” lo si deve anche all’andamento della crescita del quarto trimestre dello scorso anno. A certificarlo è la Banca d’Italia nel suo ultimo Bollettino economico.
Con le misure di Conte salvati 400mila posti. I numeri di Bankitalia
La tenuta dell’occupazione permanente – si legge – è stata favorita dal blocco dei licenziamenti, dalla Cig e dalle altre misure di sostegno alle imprese: circa 400mila i posti di lavoro stabili tutelati da questi provvedimenti. Le posizioni lavorative temporanee si sono ridotte nel 2020 di circa 250.000 unità, più che compensate da un aumento di oltre 260.000 contratti a tempo indeterminato. Non solo. Nel quarto trimestre del 2020 la caduta del prodotto, benché significativa, è stata inferiore alle attese. E di questo beneficia anche la crescita nel 2021.
L’andamento del prodotto nel quarto trimestre del 2020, migliore delle attese, si riflette favorevolmente sulla crescita acquisita per l’anno in corso. Secondo i principali previsori, l’espansione potrebbe essere superiore al 4 per cento nel 2021, con una significativa ripresa nella seconda parte dell’anno, agevolata dal contesto globale”. Uno scenario di ritorno a una crescita sostenuta e durevole è plausibile, argomenta la Banca d’Italia, pur se non esente da rischi. Presuppone che sia mantenuto il sostegno all’economia e che si dimostrino efficaci gli interventi in corso di introduzione nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le prospettive di crescita, tuttavia, restano soprattutto dipendenti dai progressi della campagna vaccinale e da una favorevole evoluzione dei contagi.
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Il bollettino di Bankitalia sull’economia
Nel quarto trimestre del 2020 le esportazioni italiane di beni – si legge ancora – sono cresciute in linea con il commercio mondiale. Esse si sono riportate su livelli di poco inferiori a quelli precedenti la pandemia, compensando la caduta dei flussi turistici internazionali. Si è rafforzata la domanda estera di titoli italiani. A seguito del surplus di parte corrente, è aumentata la posizione creditoria netta sull’estero dell’Italia. Con le misure di distanziamento sociale decise in autunno, poi, le ore lavorate nell’ultimo trimestre del 2020 sono tornate a contrarsi ed è aumentato il ricorso agli strumenti di integrazione salariale.
La richiesta è stata tuttavia assai minore rispetto alla prima ondata pandemica. Il numero degli occupati è salito, sebbene resti lontano dal livello precedente la crisi sanitaria. Nei primi due mesi dell’anno in corso le posizioni lavorative alle dipendenze sono rimaste stabili. Secondo i sondaggi condotti da via Nazionale, le imprese programmano di riprendere gli investimenti nella restante parte dell’anno e le famiglie indicano una graduale ripresa delle intenzioni di consumo, certificata in febbraio e in marzo dalla graduale espansione del totale delle transazioni effettuate tramite Pos – incentivate dal programma di cashback, ovvero la misura voluta da Giuseppe Conte – e dall’aumento dei prelievi presso gli Atm.
Tuttavia “la propensione al risparmio resta elevata”. La maggior parte del risparmio accumulato nel 2020, che è concentrato tra le famiglie meno colpite dagli effetti della pandemia, non verrebbe spesa nel corso di quest’anno.