Conte in tour da Napoli per provare a salvare il Reddito di cittadinanza. Rischio bomba sociale coi tagli al sussidio “Il Movimento in campo per evitarla”

Conte in tour da Napoli per provare a salvare il Reddito di cittadinanza. Rischio bomba sociale coi tagli al sussidio

“La povertà non è una colpa”. Con queste parole il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha inaugurato, ieri, da Napoli, da quartieri difficili come Scampia, il tour che lo porterà a girare le città da Nord a Sud per incontrare i percettori del Reddito di cittadinanza, per raccogliere testimonianze di chi viveva nella disperazione e nella fame e grazie al sussidio dei pentastellati ha ritrovato sollievo e ossigeno.

Ma che ora, vittima del “furore ideologico” di questo governo, rischia di rimpiombare nel vuoto.  “Raccoglieremo le voci e le storie dei percettori di reddito di cittadinanza, assolutamente onesti e che hanno voglia di lavorare, e le porteremo a Roma. Dopo essere stati in giro per l’Italia ci sarà una manifestazione nella Capitale e confidiamo che il governo finalmente ci ascolti”.

Con questa Manovra l’esecutivo Meloni vuole togliere tutto a oltre 600mila cittadini il prossimo anno: fanno cassa su chi non arriva a fine mese. “Non sono numeri su una calcolatrice, sono persone e famiglie. A chiunque può capitare di trovarsi in difficoltà, lo Stato non può voltare le spalle”, spiega l’ex premier.

L’ultimo argine

E c’è un motivo se Conte ha deciso di partire dal Sud. Il Reddito di cittadinanza – ha recentemente certificato lo Svimez dopo l’Istat – ha avuto un ruolo fondamentale nel contenere la povertà: nel 2020, quando è scoppiata la pandemia, grazie al sussidio ci sono stati un milione di poveri in meno di cui solo 750mila nel Mezzogiorno.

Il governo ha stabilito che 660 mila percettori del Reddito “occupabili” lo perderanno dopo i primi otto mesi del prossimo anno, sia nel caso in cui abbiano trovato un lavoro sia nel caso in cui ciò non sia avvenuto.

“Le persone che ho incontrato sono disperate. Hanno la prospettiva di rimanere senza reddito per sfamare i figli e non hanno prospettive di trovare lavoro. Non sono tossicodipendenti sul divano, come riferiva il presidente del Consiglio (Giorgia Meloni, ndr), parlando di reddito come metadone. Cercano lavoro”, dice Conte.

Accanimento

L’ex premier punta il dito contro una campagna vergognosa condotta contro il sussidio fatta dai politici che lo osteggiano ma anche dai media che hanno passato in televisione e sui giornali solo i casi dei furbetti del Reddito, che spiega, sono una percentuale di appena l’1% di coloro che lo ricevono. Ma da oggi – dice – raccontiamo le storie del 99% di percettori alla ricerca disperata di un lavoro che restituisca loro dignità.

E allora quello che bisogna fare, sollecita Conte, è migliorare le politiche attive e quindi sollecitare i presidenti delle Regioni a rafforzare i centri dell’impiego e completare la piattaforma informatica per collegare le città e l’agenzia nazionale del Lavoro e le agenzie private. Il leader dei pentastellati richiama anche l’attenzione su una funzione sociale e di “contenimento” che il Movimento può svolgere in questo momento. Il rischio che lo stop al reddito di cittadinanza possa scatenare disordini sociali è alto, altissimo.

“È la ragione per cui saremo in tutte le piazze perché cercheremo di canalizzare e offrire una rappresentanza politica alla disperazione della gente, per evitare che le difficoltà economiche sfocino in rabbia, disperazione e gesti inconsulti”.  Conte ha anche ricordato che durante i suoi governi sono stati stabilizzati, grazie a Inps Servizi, oltre 3mila lavoratori precari che operavano nei call center, in tutta Italia. Una operazione che non è costata un euro di più alle casse dello Stato.

“È stato emozionante oggi (ieri, ndr) incontrare, a Napoli, alcuni di loro e conoscere le loro storie. Dobbiamo dire basta alla precarietà selvaggia e alla corsa alle esternalizzazioni, continuiamo a batterci giorno dopo giorno per ridare dignità al lavoro”.