Conte stringe i tempi. Pronti i progetti da portare a Bruxelles. Giovedì si apre il Consiglio europeo. Il premier deciso a blindare i fondi

Recovery Fund, ora ci siamo davvero: dopo aver passato l’esame in Aula, il documento con cui il governo indicherà i capitoli di spesa su cui concentrare i 209 miliardi riservati all’Italia dal piano di aiuti europei, potrà essere inviato a Bruxelles. Dove Giuseppe Conte sarà il 15 e 16 ottobre per il Consiglio europeo, in cui i leader dell’Ue si riuniranno per discutere della situazione epidemiologica, delle relazioni con il Regno Unito e dei cambiamenti climatici. Ma già in quella data – il 15 – l’esecutivo vuole presentare a Bruxelles un Piano su cui indirizzare una trattativa informale con la Commissione presieduta da Ursula Von der Leyen in vista del Consiglio Ue, cioè quello in cui si parlerà di Next Generation Eu, il Fondo per la Ripresa dell’Unione Europea di cui il Recovery Fund è il principale pilastro.

E proprio di questo, di come debbano essere ripartite le risorse stanziate, ha parlato ieri la presidente Von der Leyen ha parlato ieri, in videoconferenza, nel suo intervento all’apertura della settimana delle Regioni Ue. Puntando molto sull’importanza degli enti locali che “Non solo aiutano a risolvere i piccoli problemi quotidiani, ma anche a padroneggiare le grandi sfide del nostro tempo. Il Coronavirus è una di queste: le autorità locali sono state la prima linea di difesa quando la crisi ha colpito”, ha rilevato la numero uno dell’esecutivo Ue, e dunque: “Le Regioni e le città saranno al centro del Next Generation Eu e il piano Ue potrà avere successo solo se le autorità locali saranno pienamente coinvolte e saranno capaci di cogliere queste opportunità”.

E ancora: “Oggi, davanti alle conseguenze della pandemia e in presenza del Next Generation Eu, è in gioco il futuro dei nostri territori e per avere successo dobbiamo agire tutti insieme poiché l’individuazione e la realizzazione degli interventi necessari per la digitalizzazione e la svolta verde “rientrano in gran parte nelle competenze e nelle responsabilità degli enti locali, che devono essere al posto di guida”, ha aggiunto. Un intervento in piena sintonia con quanto emerge dall’indagine barometro del Comitato Ue delle Regioni a proposito del nostro Paese: un italiano su due pensa che gli enti locali e regionali dovrebbero avere più potere nella gestione della salute pubblica.

E proprio l’influenza del territorio, secondo i due terzi degli italiani, aiuterebbe l’Ue a risolvere crisi come quella del Covid-19: ben due terzi (il 66%) vorrebbe delegare più poteri agli enti locali non solo sulla sanità (50%) ma anche sull’economia (47%) e il lavoro (43%). Numeri che riflettono il sentimento di “fiducia totale che il 49% degli italiani (e il 52% degli europei) afferma di riporre nelle amministrazioni più vicine”, contro invece il 43% (47% in Ue) della fiducia in Bruxelles e il 41% (43% in Ue) nel proprio governo nazionale. E dalle istituzioni Ue in arrivo anche un sistema di regole comuni sui viaggi, senza ancora arrivare al ripristino della libertà di movimento pre-pandemia.

La Commissione ha proposto che gli Stati membri dell’Unione europea applichino un approccio “ben coordinato, prevedibile e trasparente alle limitazioni di viaggio nell’Unione europea” per aiutare i viaggiatori. La proposta include un sistema di mappatura comune basato su un codice colore (verde, arancione, rosso, grigio) e criteri comuni per gli Stati membri al momento di decidere se introdurre limitazioni ai viaggi, nonché un approccio comune per i viaggiatori provenienti dalle “zone rosse” (test e autoquarantena) assieme a informazioni più chiare e tempestive per il pubblico. “Questo nuovo sistema renderà le cose più semplici per i cittadini. Sono felice che abbiamo trovato questa nuova soluzione insieme”, ha detto Von der Leyen.