Contro siccità e cambiamenti climatici servono investimenti. Per l’Anbi bisogna passare dalla gestione dell’emergenza alla sua prevenzione

Contro siccità e cambiamenti climatici servono investimenti. Per l'Anbi bisogna passare dalla gestione dell'emergenza alla sua prevenzione

Contro siccità e cambiamenti climatici servono investimenti. Per l’Anbi bisogna passare dalla gestione dell’emergenza alla sua prevenzione

Contro siccità e cambiamenti climatici servono investimenti. A dirlo è l’Anbi che chiede un cambio di strategia contro problemi che sono destinati ad essere sempre più presenti in Italia.

“Auspichiamo un cambiamento di mentalità. È necessario programmare con lungimiranza, abbandonando la cultura dell’emergenza a favore di una più virtuosa e conveniente cultura della prevenzione.” Così Massimo Gargano, direttore nazionale di Anbi, ha concluso su Rai Tre Lazio lo spazio dedicato alla siccità per l’ultima puntata della nota, apprezzata e molto seguita trasmissione Buongiorno Regione.

Se non piove dovremmo gestire l’emergenza. Oltre allo stato d’emergenza è prioritario infrastrutturare il settore con nuove attività. L’obiettivo è recuperare l’acqua piovana, come proposto da ANBI e Coldiretti con il “Piano Laghetti”, ma anche creare situazioni alternative a supporto dal punto di vista tecnico alla grave crisi che sta colpendo anche la nostra regione. Le telecamere della Rai sono state presenti presso la Vasca del Sasso a Cerveteri. Un esempio di come raccogliere l’acqua e metterla a disposizione del bacino idraulico, rappresenti la strategia vincente.

Anbi contro la siccità

“La grave situazione richiedeva una riflessione straordinaria di tutta la dirigenza consortile laziale – ha commentato Andrea Renna, Direttore di Anbi Lazio. Lo abbiamo fatto insieme al Direttore Gargano che conosce bene ed è particolarmente sensibile alle questioni territoriali laziali, alla presenza di tutti i direttori delle strutture consortili laziali. Con loro anche il Presidente del Consorzio di Bonifica Litorale Nord di Roma, Niccolò Sacchetti.

“Dobbiamo saper programmare il futuro poiché i disagi derivati dalle scelte non fatte o procrastinate sono sempre destinate a ricadere sulle tasche e sulle abitudini dei cittadini e dei consorziati. Sono anni che non registravamo un deficit idrico di oltre il 33% nell’area romana – ha detto Sacchetti- stiamo programmando soluzioni tecniche in grado di affrontare e provare a contrastare il perdurare di questa grave siccità al fine di scongiurare l’ipotesi del razionamento dell’acqua per fini irrigui”.

“Abbiamo la fortuna di poter sollevare l’acqua dal Tevere per chilometri, fino a Ladispoli, ma l’aumento dei prezzi dell’elettricità mette paura unitamente all’apertura anticipata a febbraio della stagione irrigua che sta comportando costi insostenibili”.

“Chiediamo anche per questo attenzione e risposte per l’agricoltura laziale utili a garantire un futuro al meglio delle produzioni agricole del made in Lazio, esportate in tutto il mondo. Tullio Corbo, direttore del Consorzio Lazio Sud Est di Latina ha rimarcato che l’area pontina ha un deficit idrico del 43,7%. Il Liri e il Fibreno hanno una portata inferiore di circa il 35% – ha aggiunto Aurelio Tagliaboschi, direttore dei consorzi del frusinate di Anagni e Sora.