Coop amare per De Luca. Indagato il governatore campano. L’ipotesi di corruzione risale a quand’era sindaco. E i 5S denunciano: in Regione uno scandalo continuo

L’ipotesi di corruzione risale a quando Vincenzo De Luca era sindaco di Salerno. E i 5S denunciano: in Regione uno scandalo continuo.

Coop amare per De Luca. Indagato il governatore campano. L’ipotesi di corruzione risale a quand’era sindaco. E i 5S denunciano: in Regione uno scandalo continuo

Torna a far rumore l’inchiesta sui presunti appalti truccati al Comune di Salerno. Proprio quando i giochi sembravano ormai fatti, è arrivata la sorpresa con la proroga dell’indagine e la contestuale notizia che nel mirino dell’autorità giudiziaria è finito anche il governatore della Campania nonché ex sindaco della città, Vincenzo De Luca.

Nei suoi confronti la Procura di Salerno, guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli, contesta il reato di corruzione in concorso. Al momento nel fascicolo risultano coinvolte 29 persone tra cui spiccano i nomi del consigliere regionale Nino Savastano che per questi fatti è finito ai domiciliari, il dirigente del settore Ambiente del Comune di Salerno Luca Caselli, e il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli.

VOTI E AFFARI. Che l’inchiesta sul cosiddetto “sistema Salerno”, basato su appalti in cambio di voti tra l’amministrazione comunale e otto cooperative salernitane, potesse puntare dritta dritta all’ex primo cittadino lo si poteva intuire da alcuni atti finiti nel fascicolo d’indagine. In particolare il nome di De Luca era emerso in diverse intercettazioni, molte delle quali a carico di Fiorenzo Zoccola ossia il cosiddetto ras delle cooperative di Salerno.

È lui, infatti, che in più occasioni parla dell’attuale governatore della Campania come dell’uomo adatto a risolvere ogni sorta di questione in città nonostante non fosse più da tempo il sindaco. Contatti che il ras delle cooperative di Salerno ha mantenuto costanti nel tempo tanto che nel fascicolo viene dato conto di almeno due incontri recenti. Particolarmente rilevante ai fini dell’inchiesta, secondo la Procura, sarebbe stata la cena sul porto del febbraio 2020, organizzata da Zoccola, in cui erano presenti De Luca e anche i rappresentati delle cooperative di Salerno.

Ma c’è di più. L’imprenditore, da tempo finito al centro dell’indagine, nelle ultime settimane ha deciso di vuotare il sacco con due interrogatori fiume per la durata complessiva di 15 ore. Dichiarazioni rese prima davanti al gip Gerardina Romaniello e poi anche alla presenza del procuratore Borrelli e dei sostituti Elena Cosentino e Guglielmo Valenti. Pagine su pagine, in larga parte coperte da ‘omissis’, dove l’imprenditore Zoccola ha più volte puntato il dito su De Luca, ritenuto il riferimento politico della sua cooperativa.

È lo stesso ras delle coop che sostiene, cosa ancora tutta da verificare, di aver sentito con le proprie orecchie che l’attuale governatore dava indicazioni di voto in vista delle Regionali del 2020. “Tra Savastano e Picarone, la ripartizione, nella misura del 70 e 30%, fu da me veicolata alle altre cooperative che avrebbero dovuto tenerne conto proprio in considerazione del fatto che anche il rispetto di tali indicazioni faceva parte dell’equilibrio che si doveva garantire” è la ricostruzione offerta da Zoccola.

REAZIONI SDEGNATE. Dopo la notizia dell’iscrizione di De Luca nel registro degli indagati, non sono tardate le reazioni politiche di quanti chiedono spiegazioni al governatore campano. Tra i più agguerriti c’è il deputato di M5S, Angelo Tofalo, che su Facebook scrive: “Ancora un avviso di garanzia per De Luca? E dov’è la novità, ormai non fa più nemmeno notizia che la magistratura scopra il malgoverno di questa persona”. Secondo il pentastellato “è l’ennesima indagine a suo carico che si aggiunge alla collezione personale e al suo ricco curriculum. Si aggiunge soprattutto a quello del sindaco di Salerno, Enzo Napoli, dal quale attendiamo le scuse e le dimissioni”.