Coronavirus, c’è carenza di respiratori e caschi per l’ossigeno ma è possibile stampare attrezzature in 3D. Come le valvole per adattare le maschere da snorkeling ora utilizzate all’ospedale di Chiari

Valvole per respiratori stampate sul momento in 3D, così come i caschetti ossigenanti, riprodotti sul modello delle maschere da snorkeling della Decathlon. Sono due intuizioni del fisico e imprenditore Massimo Temporelli che, grazie all’aiuto di un ingegnere e di un medico in pensione, è riuscito a mettere a punto dei dispositivi per le strutture sanitarie alle prese con l’emergenza coronavirus. Temporelli, che è anche un divulgatore scientifico, racconta questa storia in una puntata del suo Podcast, dal titolo Quarantena, gratis sulla piattaforma storielibere.fm. Le valvole per i respiratori sono state usate nell’ospedale di Chiari, nel Bresciano, e sono state prodotte grazie al progetto di un ingegnere di Brescia, Cristian Fracassi, contattato da Temporelli per valutare la fattibilità della sua idea, quella appunto di stamparle di 3D. In poche ore Fracassi ha progettato una valvola al pc e ne ha stampato un prototipo: il giorno dopo ne ha prodotte un centinaio. Per i caschetti ossigenanti, che vengono impiegati con pazienti in deficit respiratorio ma non ancora abbastanza gravi da essere intubati, Temporelli ha seguito il suggerimento di un medico in pensione, Renato Favero. Che gli ha spiegato: “Si possono ricavare dalla maschere da snorkeling”. Temporelli ha chiamato Decathlon per farsi donare il file per ricreare in 3D la maschera, opportunamente riadattata per portare l’ossigeno. In poche ore sono stati creati i primi prototipi. Poi il file è stato rilasciato in open source, disponibile a chiunque volesse usarlo.