Coronavirus, servono più donne nelle task force. Conte raccoglie l’appello di 16 senatrici invitando Colao e Borrelli a integrare i comitati

“Ho molto apprezzato le parole del gruppo di senatrici che oggi dalle pagine di un quotidiano hanno rivendicato un maggior protagonismo delle donne nelle commissioni tecniche nate per supportare il Governo nella difficile gestione della crisi da Covid-19”. E’ quanto afferma in una nota il premier, Giuseppe Conte, a proposito dell’invito che gli è stato rivolto da 16 senatrici a favorire una presenza maggiore di donne nelle task force che si occupano dell’emergenza Coronavirus.

“Oggi stesso – ha aggiunto il presidente del Consiglio – chiamerò Vittorio Colao per comunicargli l’intenzione di integrare il comitato di esperti che dirige attraverso il coinvolgimento di donne le cui professionalità – sono certo – saranno di decisivo aiuto al Paese. Allo stesso modo, nelle prossime ore chiederò al capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, di integrare il Comitato tecnico-scientifico con un’adeguata presenza femminile. Analogo invito rivolgo anche a tutti i ministri affinché tengano conto dell’equilibrio di genere nella formazione delle rispettive task force e gruppi di lavoro”.

Per affrontare “la più grave crisi sanitaria ed economica dalla fine della Seconda guerra mondiale” il governo ha costituito (solo a livello nazionale) 18 task force, che vedono “una scarsissima presenza femminile”, hanno scritto nell’appello pubblicato dal Corriere della Sera le 16 senatrici annunciando una mozione parlamentare. Il testo è stato firmato dalle parlamentari dem Valente, Fedeli, Rossomando, Bini, Cirinnà, Biti, Boldrini, Iori, Messina Assuntela, Pinotti, Rojc. E ancora: Maiorino e Conzatti del M5S, Fattori del Misto, Unterberger delle Autonomie e Bonino di +Europa.

“Appare di tutta evidenza – scrivono – come nella fase di ripartenza del Paese non possano e non debbano mancare lo sguardo, il pensiero e i saperi delle donne. Task force composte in maniera schiacciante da uomini, seppur autorevoli, non possono essere in grado di elaborare strategie e piani di rilancio del Paese, senza che questi siano pensati e condivisi anche dal restante 50% della popolazione”.