Coronavirus, Speranza: “Se c’è un rischio sono pronto a firmare nuove ordinanze per il bene del Paese”

“Se verifico che c’è un rischio, io non ho paura di firmare: ho firmato ordinanze pesanti e sono pronto a farlo ancora per il bene del Paese. Io sono il ministro della Salute e rispondo alla nostra Costituzione che tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e come interesse della collettività. Quando metto una firma non la metto a nome mio personale, ma di tutto il Governo”. E’ quanto ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervistato nel corso della trasmissione Mezz’ora in più ribadendo il proprio impegno nella lotta alla pandemia anche a costo di decisioni dolorose e impopolari che rischiano di creare malcontento. Una presa di posizione, quella del ministro della Salute, netta, che non ammette passi indietro e che ha bisogno non solo di misure drastiche, ma anche dell’aiuto della popolazione italiana, chiamata a un senso di responsabilità che, almeno secondo Speranza, sembra essersi perso negli ultimi mesi.

“Sappiamo che le misure che stiamo mettendo in campo – ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo -, soprattutto nelle zone rosse, produrranno un abbassamento del contagio. Quello che sarà decisivo sarà il comportamento delle persone. In questo momento vedo ancora una consapevolezza che non è all’altezza del problema che stiamo vivendo. Noi abbiamo bisogno che tra le persone torni lo spirito di consapevolezza di marzo perché il virus circola dappertutto”. Un aiuto potrebbe arrivare dal vaccino con la distribuzione che, secondo il ministro, “avverrà alla fine del primo trimestre 2021 a partire dalla fasce più esposte come operatori sanitari, medici, infermieri che vivono a contatto la guerra contro il virus, poi toccherà agli anziani con fragilità”, ma anche dalle Regioni, chiamate a un senso di responsabilità proprio per mettersi alle spalle la pandemia nel più breve tempo possibile.

“Il modello dei 21 parametri che definiscono i fattori di rischio incrociati con l’Rt – ha aggiunto Speranza – è un modello che esiste da 24 settimane. In questo tempo non c’è stata una Regione che ci ha detto che questo modello non andava bene. Ora questi parametri non servono solo per dire come stanno le cose, ma anche per sottolineare che se si superano questi parametri scattano delle misure che servono per aiutare le Regioni”. Infine un pensiero anche sulle polemiche che hanno investito Giuseppe Zuccatelli, commissario alla Sanità in Calabria, finito al centro delle polemiche per alcune dichiarazioni sulle mascherine. “Quel video è inopportuno, è un modo sbagliato di comunicare – ha concluso il ministro della Salute – ma 30 anni di curriculum non si possono cancellare per un video sbagliato e rubato. Il commissario si è scusato e ha indicato come la mascherina sia qualcosa di decisivo”. Il nuovo piano varato per la Regione, ha detto ancora, consentirà di “far ripartire la sanità calabrese, che per noi è un impegno assoluto. Vorrei che il messaggio fosse questo: una nuova presa in carico della questione della sanità calabrese come nazionale e non territoriale”.