Corsa al riarmo, attacco della Lega a Meloni sui 15 miliardi di prestiti Safe. Borghi: “Difficile spiegare agli italiani che non ci sono soldi per gli ospedali, ma per i missili sì”

Meloni difende la scelta di accedere ai prestiti del fondo Safe. Il leghista Borghi la invita a non indebitarci con l'Europa per le armi

Corsa al riarmo, attacco della Lega a Meloni sui 15 miliardi di prestiti Safe. Borghi: “Difficile spiegare agli italiani che non ci sono soldi per gli ospedali, ma per i missili sì”

La Lega ci ha abituati ormai da tempo al pacifismo a giorni alterni. Una volta ci dice che i soldi vanno utilizzati per scuole e ospedali e la volta successiva firma e sottoscrive gli impegni del governo Meloni, in Italia e in Europa, per i piani di riarmo. Primo fra tutti il target Nato del 5% del Pil per le spese della Difesa.

Meloni difende i piani di riarmo

Per questo anche i suoi alleati sembrano non farci più caso. Ma un attacco come quello arrivato dal senatore leghista Claudio Borghi forse ieri la presidente del Consiglio proprio non se l’aspettava. A Palazzo Madama la premier è arrivata con la solita sicumera a pronunciare il suo discorso in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. Tra i punti qualificanti ovviamente il riarmo.

“L’Italia ha già cominciato il percorso di rafforzamento della sua difesa, aderendo ai finanziamenti agevolati previsti da Safe, con l’assegnazione di 14,9 miliardi di euro” che “ci consente, come abbiamo annunciato e come dimostra la legge di bilancio, di rafforzare la nostra difesa senza distogliere un solo euro dalle altre priorità che il governo si è dato”, ha ribadito Meloni.

L’attacco a sorpresa del leghista Borghi

Ma c’è chi non la pensa affatto così e ritiene che il ricorso ai quasi 15 miliardi di prestiti Safe non sia affatto cosa buona e giusta e che distoglie, eccome, i fondi da altre priorità. “Sui fondi Safe, quelli per il riarmo, noi abbiamo appena visto una prova incredibile da parte dei nostri risparmiatori: i Btp Valore sono stati sottoscritti per 10 miliardi in due giorni, noi non abbiamo bisogno di indebitarci con l’Ue perché riusciamo a fare da soli, grazie alla sua incisività e grazie a un governo stabile. Pensiamoci mille volte, non una”.

Con queste parole Borghi si è rivolto alla premier invitandola a un surplus di riflessione sull’opportunità di accedere al Safe. “Le spese militari” devono “cominciare dalla sicurezza interna”, ha continuato il senatore leghista, spiegando che “non è comprensibile per i cittadini che non ci sono soldi per tante cose ma per le armi sì. Una cosa deve essere chiara, le spese militari devono essere a cominciare dalla sicurezza interna – ha aggiunto -. È una cosa di cui i cittadini hanno bisogno e comprendono, altrimenti è difficile spiegare che nella manovra finanziaria non ci sono i soldi per l’ospedale e per un missile sì”.

La replica piccata

Arriva piccata la replica di Meloni: “Il senatore Claudio Borghi diceva che è difficile spiegare ai cittadini che non ci sono i soldi per gli ospedali ma ci sono per le armi. Non è esattamente così, come lei sa, vista la legge di bilancio. Però mi dà la possibilità di ricordare anche qui cosa abbiamo fatto in legge bilancio sulla sanità, per gli ospedali”, ha spiegato la leader di FdI, sciorinando i soliti numeri sulla Sanità e sui presunti aumenti record.