Corsa al riarmo, per Meloni la pace si fa con gli eserciti

Prosegue lo stallo sul decreto aiuti per Kiev, ma intanto Meloni rilancia la corsa al riarmo: "Solo la forza militare allontana la guerra".

Corsa al riarmo, per Meloni la pace si fa con gli eserciti

Qualche giorno fa era toccato a Sergio Mattarella, ieri a Giorgia Meloni. Prima il capo dello Stato ha sottolineato come il riarmo sia impopolare ma necessario, ora la presidente del Consiglio sostiene che “solo una forza militare credibile allontana la guerra”. La volontà è chiara: giustificare la corsa al riarmo intrapresa da Nato e Ue, a cui l’Italia si è accodata. Visitando il Comando operativo di vertice interforze, Meloni spiega di non aver mai “accettato l’idea di chi contrappone il pacifismo alle forze armate”. Anzi, per Meloni il senso di quanto affermato sulle forze militari è che “la pace non arriva spontaneamente, la pace è soprattutto un equilibrio di potenze. La debolezza invita l’aggressore, la forza allontana l’aggressore”.

Meloni rilancia la corsa al riarmo, ma intanto non si sblocca il decreto armi per Kiev

Mentre Meloni parla, resta sempre aperto il nodo del decreto armi per l’Ucraina. Anche ieri non è arrivato in Consiglio dei ministri, ma deve comunque essere approvato entro la fine dell’anno. L’ultima data utile è il 29 dicembre, ma le divergenze tra i partiti di maggioranza restano. La Lega di Matteo Salvini chiede un decreto incentrato principalmente sulla difesa “e non sull’attacco alla Russia”, con finanziamenti soprattutto degli aiuti civili e meno di quelli militari. Non ha dubbi sul fatto che il decreto si farà Antonio Tajani, leader di Forza Italia, convinto che il provvedimento riguarderà sia le armi che le opere civili. Alla fine, comunque, il punto di caduta dovrebbe essere il riferimento agli aiuti della popolazione civile ucraina, da aggiungere al decreto insieme al tema della logistica.