Corsi fantasma sulla sicurezza nei cantieri edili della Lombardia

Da mesi la Cgil denuncia il mercato della formazione fantasma, quella che per legge deve essere fatta a ogni nuovo assunto.

Corsi fantasma sulla sicurezza nei cantieri edili della Lombardia

Corsi sulla sicurezza tenuti da enti di formazione fantasma. Attestati di frequenza falsi. Lezioni ai lavoratori effettuate solo sulla carta o in aule vuote. A lanciare l’allarme sull’ennesimo vulnus che mette a rischio la vita di centinaia di edili dei cantieri di Milano è la Camera del Lavoro. Da mesi la Cgil denuncia il mercato della formazione fantasma, quella che per legge deve essere fatta a ogni nuovo assunto, ma che spesso viene svolta solo sulla carta.

Aperto un fascicolo sulle attestazioni farlocche nella regione con il record di morti sul lavoro

Una realtà confermata dalle ispezioni effettuate nel terzo trimestre del 2023 dal Gruppo di lavoro permanente per la sicurezza sul posto di lavoro ed il lavoro sommerso, coordinato dalla prefettura di Milano durante i sopralluoghi effettuati nei cantieri nel 2023. Che hanno portato all’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Milano. Mette a verbale la Polizia Locale di Milano nella riunione dell’8 novembre scorso: “Parecchie delle irregolarità riscontrate (nei cantieri, ndr) attengono a false attestazioni di formazione, delle quali è stata notiziata la Procura della Repubblica (…) Relativamente alla formazione”, continuano i ghisa, “si evidenzia che si tratta spesso di corsi pagati dall’azienda ma mai erogati”.

Concorda anche Ats, che certifica: “A volte l’azienda utilizza corsi di formazione effettivamente svolti da altre imprese per riprodurre false attestazioni di formazione, di cui è difficile dimostrare l’autenticità”. Una realtà preoccupante, solo in apparenza marginale, ma che invece marginale non è affatto. Si tratta infatti di un altro dei tasselli che danno alla Lombardia il triste primato di regione maglia nera per il numero di vittime sul lavoro: sono stati 108 i morti e 91.101 gli infortuni registrati dall’Inail tra il orimo gennaio e il 31 novembre 2023. Una strage spesso dovuta all’imperizia di quanti si trovano a lavorare in un ambiente a rischio.

Secondo la legge ogni lavoratore deve ricevere una preparazione su Dpi, utilizzo degli attrezzi, conoscenza di potenziali situazioni di rischio. Per un edile semplice, per esempio, la legge prevede una formazione di 16 ore in presenza, per un costo a carico del datore di lavoro tra i 150 e i 160 euro a dipendente. Tuttavia la sicurezza, soprattutto per le aziende più piccole, quelle dei subappalti, è considerata un costo. Ore/lavoro perse che gli imprenditori non vogliono accollarsi. E per aggirare gli obblighi, o mandano solo la metà dei lavoratori in aula (spesso stranieri che non parlano la nostra lingua), o non li mandano proprio, accordandosi poi con le società di formazione compiacenti per ottenere certificati fasulli.

Da mesi la Cgil denuncia il mercato della formazione fantasma, quella che per legge deve essere fatta a ogni nuovo assunto

Una deregulation favorita dal fatto che non ci sia un unico registro nazionale delle attestazioni di sicurezza. Sul mercato esistono centinaia di società che vendono formazione, alcune dipendenti dalle organizzazioni sindacali o padronali, altre del tutto indipendenti da qualsiasi realtà produttiva. E sulle quali non vigila nessuno. Un fenomeno che può essere contrastato sia con le ispezioni, sia con accordi ad hoc. Come quello siglato dai sindacati per i cantieri della Metropolitana 4 di Milano, come spiega Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro: “Con M4 abbiamo sottoscritto un accordo che prevede un corso di 6 ore obbligatorio per tutti i neo assunti. Una formazione ulteriore rispetto a quella prevista per legge”.

Per Ruberto si tratta di un passo avanti, che certo non esaurisce il problema: “Sicuramente si tratta di un progresso, ma siamo consapevoli che sia una modalità replicabile solo nei cantieri delle grandi opere, dove i controlli sono più stringenti. E già qualcosa, ma molto resta da fare ancora da fare in termini di controllo ed educazione alla sicurezza”. I dati pubblicati da Inail relativi alle denunce di infortunio al 31 ottobre 2023 confermano un quadro preoccupante anche a livello regionale. Secondo quanto riportato dalla Uil, in Lombardia sono state presentate ben 91.101 denunce da inizio anno.