Cose dell’altro mondo: astro-Lollobrigida manda in orbita i fusilli

Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a Cape Canaveral lancia il Made in Italy a gravità zero.

Cose dell’altro mondo: astro-Lollobrigida manda in orbita i fusilli

Il ministro all’Agricoltura e al Made in Italy, Francesco Lollobrigida, questa volta non è partito in treno per la sua missione al Kennedy Space Center di Cape Canaveral per il lancio della missione spaziale Axiom 3 (AX-3), avvenuto ieri notte, alle 22.49 ora italiana.

Il cognato di Giorgia Meloni è volato negli Usa per promuovere il progetto “Italian space food” che ha lanciato un piatto di fusilli in orbita. “Il sistema Italia protagonista nello spazio – ha spiegato il ministro ai giornalisti -. Dopo una fase di preparazione di 14 giorni che ha visto l’equipaggio guidato dal connazionale Walter Villadei usare solo ed esclusivamente cibo italiano; con l’avvio della missione Voluntas, insieme ad Axiom, una delle eccellenze alimentari nazionali, la pasta, va in orbita. Un piatto di fusilli quanto più simile a quello che mangeremmo sulle nostre tavole, che rispetta la tradizione e frutto di una straordinaria ricerca. L’obiettivo non è solo quello di assicurare una sana alimentazione alla crew partita da Cape Canaveral, ma anche per testare i prodotti made in Italy in microgravità, attraverso il progetto Italian space food”.

La space economy secondo Lollobrigida

Per il ministro si tratterebbe di “un’importante occasione per la valorizzazione degli alimenti italiani e per cogliere tutte le opportunità che offre la space economy. Vogliamo consolidare il nostro ruolo di modello ed esempio in campo agroalimentare per creare una filiera dedicata al commercio nel mercato dell’economia spaziale”, ha aggiunto.

Per il ministro un viaggio sotto il missile in partenza negli Usa in questo momento storico per l’Italia è un modo di “promuovere la qualità per sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale Unesco”.

Il ministero di Lollobrigida ha collaborato con “il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e il collega del Mimit, Adolfo Urso, che, insieme all’Aeronautica militare, all’Agenzia spaziale italiana, università e centri di ricerca, hanno sposato questa sfida che guarda all’innovazione, andando oltre i nostri confini”.

Un ministro all’Agricolutra sulla rampa di lancio non poteva non accendere l’ironia della rete, dove Lollobrigida ormai è un vero e proprio “meme” vivente per le sue intemerate dalla sostituzione etnica al treno fermato per non arrivare in ritardo al suo appuntamento fino ai capelli coltivati sul capo di chi non vuole che si coltivi la carne. Su X Francesco si augura che Lollobrigida “non chieda di fermare il razzo” mentre Alessandro si augura che “almeno lo facciano partire”. Ma la presenza del ministro contiene ingredienti politicamente molto più significativi che non accendono risate: l’idea di occupare i ministeri come influencer delle attività a cui sono dedicati è l’ulteriore decadimento nell’interpretazione del proprio ruolo istituzionale.

Senza parole

Con il rispetto che si deve a un prodotto esportato in tutto il mondo come la pasta italiana viene difficile immaginare come prioritario un viaggio intercontinentale per promuovere un prodotto. Innanzitutto perché i ministri non sono agenti promozionali dell’Italia, nonostante dalle parti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini venga interpretato così il proprio ruolo politico.

Un governo si insedia non per essere la pregiatissima e costosissima “pro loco” nazionale ma per dirigere la politica generale, per formulare le scelte con le quali si individuano i fini che lo stato intende perseguire in un determinato momento storico attraverso l’attività amministrativa e per essere organo di direzione, di impulso, di indirizzo della vita politica.

Per dirla più semplice il compito del ministro Lollobrigida non è rappresentare la pasta italiana nel mondo ma fornire gli strumenti e garantire l’equità perché i coltivatori e i produttori possano garantire l’eccellenza del proprio prodotto in termini di qualità e di visibilità. Quando un ministro decide di essere un testimonial non è politica. È propaganda. Propaganda rischiosissima perché al limite dell’imbarazzante. Come quando quell’altro ministro baciava i salami.