Così il Governo Meloni ha preso in giro il Paese

In appena quattro mesi di governo, sono già molte le battaglie su cui il premier Meloni e i suoi ministri hanno già fatto dietrofront.

Così il Governo Meloni ha preso in giro il Paese

Dal taglio delle accise sui carburanti, alla norma sulla soglia minima di 60 euro per l’obbligo dei pagamenti elettronici. Dal blocco navale per fermare ‘l’invasione’ di migranti, allo stop alla rafitica del Mes. Il tutto senza scomodare lo slogan elettorale “è finita la pacchia” gridato contro l’Unione europea davanti alle folle oceaniche. Queste sono alcune delle battaglie politiche che Giorgia Meloni assicurava di voler portare a termine una volta arrivata a Palazzo Chigi ma su cui, in appena quattro mesi di governo, ha già fatto dietrofront.

In appena quattro mesi di governo, sono già molte le battaglie su cui il premier Meloni e i suoi ministri hanno già fatto dietrofront

Una caporetto politica che l’ha vista costretta a rimangiarsi ogni promessa elettorale a partire dall’intenzione di cancellare le accise sui carburanti, una promessa chiaramente demagogica e pressoché irrealizzabile ma finita sul programma di Fratelli d’Italia, culminata nel non riuscire neanche a mantenere gli sconti su di esse che erano stati garantiti dal governo guidato da Mario Draghi ma approvando un provvedimento con cui ha scaricato le colpe degli aumenti sui presunti speculatori.

Sui migranti è passati dall’intenzione di creare un blocco navale al criticatissimo decreto ong

Non meno evidente la giravolta sul tema dei migranti dove si è passati dall’intenzione di creare un blocco navale, operazione ritenuta impossibile perfino dal guardasigilli Carlo Nordio, al criticatissimo decreto ong che di certo non ha messo in campo la marina militare ma che ha sicuramente creato grattacapi ai volontari che provano, tra difficoltà sempre crescenti, a salvare vite nel Mediterraneo.

Una serie sterminata di giravolte con cui le destre si sono rimangiate ogni promessa e perfino atti già preparati

Una serie sterminata di giravolte con cui le destre si sono rimangiate ogni promessa e perfino atti già preparati. Caso emblematico è la figuraccia mondiale sul Pos con il governo che, messo alle corde dall’Ue e deriso dal Movimento 5 Stelle, è stato costretto a rimangiarsi la norma sullo stop alle sanzioni per gli esercenti che si rifiutano di accettare pagamenti elettronici per cifre inferiori ai 60 euro.

Sulla ratifica delle modifiche al Mes che Meloni giurava non sarebbero mai state approvate dall’Italia, alla fine ha deciso di passare la palla

Per non parlare del rapporto con Bruxelles dove Roma, dopo anni di sudditanza, avrebbe cambiato atteggiamento mettendo in riga l’intera Unione europea. Ebbene le cose non sono andate affatto così tanto che sulla ratifica delle modifiche al Mes che Meloni giurava non sarebbero mai state approvate dall’Italia, alla fine il governo ha deciso di passare la palla – e le rogne – al Parlamento che non potrà fare altro che dare il suo via libera.

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