Covid Hotel in ogni provincia per allentare la pressione sugli ospedali. Arcuri: “Il vaccino non è più un miraggio. A gennaio le prime dosi”

E’ il rafforzamento delle reti sanitarie, anche con l’apertura di nuovi Covid Hotel, il principale punto all’ordine del giorno della riunione in videoconferenza convocata oggi dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, a cui hanno partecipato i rappresentanti di Regioni, Comuni (Anci), Province (Upi), oltre al Commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri e al capo della Protezione civile Angelo Borrelli.

Nel corso della videoconferenza Boccia ha annunciato di aver incarico il Commissario Arcuri di “attivarsi immediatamente, d’accordo con le Regioni e i Comuni, per mettere a disposizione il più alto numero possibile di Covid Hotel che serviranno a ridurre la pressione sui reparti ospedalieri e a curare i contagiati senza sintomi gravi che hanno difficoltà a restare in isolamento domiciliare”. L’ipotesi avanzata anche questa mattina da Boccia è che si possano aprire punti di accoglienza in tutte le province dove ospitare malati a bassa intensità, ma anche asintomatici impossibilitati a rimanere in quarantena in abitazioni troppo piccole.

“Serve allentare la pressione dei pronto soccorso, e oggi il governo mi ha chiesto di individuare nuovi spazi al di fuori degli ospedali, come il Covid Hotel” ha detto il Commissario Arcuri nel corso di una conferenza stampa  confermando che il governo si sta muovendo in questa direzione.

Sul fronte dei vaccini, Arcuri, che dovrà occuparsi di organizzare la distribuzione delle dosi (leggi l’articolo), ha detto che “la ricerca e la certificazione richiedono qualche tempo, ma confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio”. “Partiremo con la prima fase vaccinando di 1,7 milioni di cittadini – ha aggiunto il Commissario -, poi passeremo a una platea più ampia. Per la prima volta in questa prima traversata ancora incerta più di 1 milione di italiani sono stati colpiti dal virus, ma per la prima volta abbiamo una certezza, abbiamo iniziato a pensare come distribuire i vaccini”.

“Nella seconda ondata – ha aggiunto Arcuri – riusciamo a intercettare il virus, abbiamo più strumenti e quando avremo una quantità di vaccini sufficienti per tutti potremo dire che abbiamo iniziato ad anticipare il virus. Quel giorno non è più un miraggio”.