Covid, Recovery fund e riforme. Le tre priorità di Franceschini. “Il bilancio è largamente positivo. Possiamo arrivare a fine legislatura”

“Penso che possiamo arrivare a fine legislatura. E vedo tre grandi priorità”. E’ quanto ha detto a Repubblica il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini. “La prima – spiega – è gestire l’emergenza Covid: il mondo ci sta riconoscendo dei risultati, ma la pandemia non è ancora superata. La seconda è l’utilizzo del Recovery fund progettando l’Italia del futuro. E la terza è avviare una nuova stagione di riforme istituzionali. Perché è stato giusto dire sì al taglio dei parlamentari, ma da solo serve a poco”.

“E vorrei sottolineare un aspetto – ha detto ancora l’esponente dem dell’Esecutivo -: queste tre priorità sono un terreno formidabile per cercare di costruire un rapporto con l’opposizione. Attraverso il dialogo Stato-Regioni e naturalmente in Parlamento. Credo sia possibile, anche perché al centrodestra dopo le ultime regionali mi pare sia passata la voglia di andare subito al voto”.

Quanto al governo “il bilancio – sottolinea Franceschini – è largamente positivo. Nonostante ci sia nella sinistra chi, come è sempre accaduto, vede solo le cose che non vanno. Io penso invece che possiamo arrivare a fine legislatura”.
Riguardo al Pd “in questo anno ha subito una scissione, ma nei sondaggi va meglio di 12 mesi fa ed è il primo partito. Alle regionali l’obiettivo di Salvini era il 7 a zero e invece il centrosinistra, da solo, ha reagito. Così la Lega cala e la sua leadership si è annebbiata”.

“Del merito di tutto questo – ha aggiunto il ministro – va dato atto prima di tutti a Zingaretti, che ha saputo tenere il timone. Un anno fa dicevamo che fare il governo con i 5Stelle era necessario, ma che ne avremmo pagato le conseguenze nelle urne. Invece cresciamo e vinciamo, nonostante l’uscita dal Pd di Renzi e Calenda. Quindi rivendico la lungimiranza di quella scelta. E soprattutto dico che se vuoi sconfiggere la destra il tema dell’alleanza con i 5 Stelle è ineludibile. È una sfida difficile, ma è la matematica. Si deve affrontare prima se si vota col maggioritario, dopo, se c’è il proporzionale”.