Il dato è positivo, ma non bisogna illudersi. E soprattutto è necessario valutare il contesto: l’export italiano è cresciuto a luglio, ma il merito è principalmente del tentativo di aumentare le vendite verso gli Stati Uniti prima dell’entrata in vigore dei dazi di agosto. Insomma, un rimbalzo negativo nei mesi successivi è dietro l’angolo e, per ora, è decisamente presto per festeggiare.
Crescono export e import, ma è l’effetto dei dazi
L’Istat stima una crescita congiunturale dell’1,2 delle esportazioni e dello 0,7% delle importazioni. A crescere è soprattutto l’export extra-Ue, grazie al balzo annuo delle vendite verso gli Stati Uniti (+24,1%), legato ai dazi. Su base annua l’export cresce del 7,3% in valore e del 6,9% in volume. Per l’import l’incremento tendenziale è del 6,1% in valore e dell’1,1% in volume. Parla di dati “molto incoraggianti” e che “dimostrano che stiamo facendo bene per l’economia del paese” Antonio Tajani.
Il ministro degli Esteri conferma così l’obiettivo di raggiungere i 700 miliardi di export alla fine della legislatura. Ma Tajani non considera ciò che sottolinea l’Unione nazionale consumatori, con il suo presidente, Massimiliano Dona, che spiega come la crescita sia dovuta all’effetto dazi: “Il paradosso è che finora la politica commerciale di Trump ha ottenuto l’effetto contrario, ossia quello che tutti si sono affrettati ad anticipare le esportazioni verso gli Usa prima dell’arrivo della scure dei dazi, migliorando così la nostra bilancia commerciale”. Si tratta solo di “un effetto ottico, dato che molto presto, se non in agosto a settembre, questa anticipazione delle vendite sarà compensata da un crollo delle esportazioni verso gli Stati Uniti”.