Crescita zero. L’Istat certifica che non ci sono segnali di ripresa. Qualcuno lo faccia notare a Renzi e Padoan

Questa volta per il governo Renzi non è arrivato l'aiuto dell'Istat. Perché nel secondo trimestre del 2016 il Pil italiano non è cresciuto affatto

Questa volta per il governo Renzi non è arrivato l’aiuto dell’Istat. Perché nel secondo trimestre del 2016 il Pil italiano non è cresciuto affatto. Già la stima preliminare fatta a metà agosto non lasciava presagire nulla di buono certificando la crescita zero per l’economia italiana. Ed ecco quindi la certificazione che stoppa ogni annuncio propagandistico. Nel secondo trimestre del 2016 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente. Nel secondo trimestre 2016, le statistiche Istat sul Pil mostrano incrementi congiunturali per il valore aggiunto di agricoltura (0,5%) e servizi (0,2%) mentre diminuisce (-0,6%) quello dell’industria. Gli unici dati positivi che potranno essere rivendicati dal duo Renzi-Padoan sono quelli relativi al confronto con l’anno precedente. Scrutando i dati Istat emerge che sono stati rivisiti al rialzo la stima di crescita del Pil del secondo trimestre 2016 rispetto al secondo trimestre 2015: l’economia italiana è cresciuta nel periodo dello 0,8% contro il +0,7% indicato in via preliminare il 12 agosto scorso. Dall’Istituto di statistica viene segnalato un miglioramento  rispetto alle stime di crescita acquisita per il 2016. Secondo i calcoli dell’Istat il Pil acquisito per quest’anno – quello che si registrerebbe se anche nei prossimi due trimestri la variazione congiunturale fosse nulla – sarebbe dello 0,7%. Una ventina di giorni fa, invece,  l’Istat aveva indicato un acquisito leggermente inferiore, pari a +0,6%. Briciole di differenza.

E i dati sono arrivati proprio nel giorno del convegno dello studio Ambrosetti a Cernobbio. La sberla dei dati non è poi tanto forte secondo il premier, Matteo Renzi: L’Italia prosegue la sua lunga marcia. La politica deve proporsi come luogo della speranza”, ha affermato il premier commentando i dati sul Pil, “Il 2016 si chiuderà meglio del 2015 che si è chiuso meglio del 2014, del 2013 e del 2012, questo è un risultato inoppugnabile. Siamo andati meglio ma non ho bisogno di un sondaggio per dire che questo meglio non basta. Non siamo nel gruppo di testa”, pur riconoscendo che “Abbiamo recuperato il gruppo ma c’è ancora molto da fare”. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: ”Il Pil è in crescita. Il problema della crescita globale sembra ancora lontano dall’essere risolto. Le cause della bassa crescita sono più profonde e più complesse di quello che possiamo pensare. La legge di stabilità avrà spazi e risorse disponibili per la crescita”. Chissà se al G20 in programma in Cina il duo Renzi-Padoan riuscirà a convincere gli interlocutori. Non di certo le opposizioni che oggi hanno commentato i dati parlando di “fine della televendita”.