Crisi energetica a un passo. Le fonti Green unica risposta. Il presidente della Commissione Industria, Girotto: “Ora la priorità è ridurre le bollette per tutti”

L’unica soluzione per scongiurare una crisi energetica? Un passaggio immediato e massiccio alle fonti rinnovabili.

Crisi energetica a un passo. Le fonti Green unica risposta. Il presidente della Commissione Industria, Girotto: “Ora la priorità è ridurre le bollette per tutti”

L’unica soluzione per scongiurare una crisi energetica? Un passaggio immediato e massiccio alle fonti rinnovabili. È chiaro sul punto Gianni Girotto, presidente della commissione Industria e Commercio del Senato e coordinatore del comitato Transizione Ecologica del Movimento Cinque Stelle. E non a caso, annuncia il senatore a La Notizia, “già martedì prossimo ci sarà una riunione tra noi del M5S, con la presenza del presidente Giuseppe Conte, ed una trentina tra le più rappresentative realtà dell’Associazionismo produttivo, consumeristico e degli Enti Pubblici, nel quale cercheremo di individuare le soluzioni più efficienti per ridurre le bollette per tutti”.

Intanto, però, la situazione è critica. Lo sciopero degli autotrasportatori comincia a far pensare al peggio…
Tanti comparti sono in situazione grave e gravissima, è vero, così come è inutile dire “l’avevamo detto”, però la memoria deve servire per giudicare, e M5S da sempre perora la transizione dalle fossili alle Rinnovabili, non solo per i più noti motivi ambientali, ma anche quelli economici perché costa meno e crea molti più posti di lavoro. Inoltre di resilienza/autonomia rispetto alle tanti variabili geopolitiche, non controllabili dall’Italia. Capisco l’esasperazione ma la questione si risolve solo adottando una serie di provvedimenti di aiuto che, ricordiamo, sono in grossa parte semplicemente nuovo debito. Per cui la vera domanda è: quanto denaro pubblico dedichiamo al semplice “ristoro” dei soggetti in crisi, e quanto invece lo usiamo per cambiare strutturalmente le cose, in modo da agire sulle cause? Mi spiego, io posso dare ad un’azienda in crisi 100mila euro per pagare l’aumento delle bollette, o glieli posso dare vincolati alla costruzione di un impianto energetico Rinnovabile, in modo che d’ora in avanti abbia minore bisogno di acquistare energia. Oggi credo vadano fatte entrambe le cose, subito.

Nel frattempo Mario Draghi due giorni fa ha aperto anche al nucleare, sostenendo come aveva fatto il ministro Cingolani che ci sia un “nucleare pulito”. Lei che ne pensa?
No, Draghi afferma semplicemente ciò che la scienza dice, cioè che vi è una possibilità teorica che la “fusione” nucleare, da non confondere con la fissione, possa nascere, e che la R&S non va abbandonata. Dopodichè la stessa scienza ci dice che ci vorranno almeno un paio di decenni, quindi…

È dunque una strada percorribile o no?
L’Italia ha già deciso in merito, tanti anni fa, aderendo al progetto internazionale di Ricerca e prototipazione sulla fusione nucleare. Ma ora come ora è totalmente ininfluente, stante i 20 anni suddetti, e lo stesso Draghi ha detto chiaro e tondo “l’unica soluzione strutturale è il passaggio alle fonti rinnovabili”.

Il Movimento ha presentato intanto una mozione affinché il governo si faccia promotore in Europa di un Energy Recovery Fund. Crede sia un’idea che può trovare sponde anche negli altri partiti?
La mozione in realtà dice molto di più, e credo proprio avrà un ampio supporto perchè in buona parte è già stata approvata proprio dalla Commissione Industria, sotto forma di parere al “Sostegni Ter”. Tra le soluzioni indicate vi è la creazione di un “quasi superbonus energia per le Pmi”, cioè un credito d’imposta all’80% sui progetti di autoproduzione energetica rinnovabile; ma c’è anche un rilancio del Mercato Tutelato, sopratutto per la fasce più deboli, l’individuazione degli “extraprofitti” delle società fossili per recuperarli in parte così come è stato fatto (male) sulle Rinnovabili; l’istituzione di un “electricity release” per dare energia Rinnovabile a prezzo fisso per lungo periodo alle industrie; e una serie di norme “tecniche” ma non per questo meno efficaci e necessarie per ridurre, e sottolineo, strutturalmente, i costi.

Non siamo però a un bivio: o si torna al nucleare oppure si intraprende la strada dell’Energy Recovery Fund…
Stiamo sul semplice, il nucleare “tradizionale” costa tanto, ha terribili problemi intrinseci di sicurezza e di gestione di scorie radioattive, e questo è il motivo per cui in tutto il mondo, ripeto in tutto il mondo, è in calo costante da 15 anni. Il “nuovo” nucleare è semplicemente teorico. Viceversa, da IEA alla BEI, all’Unione Europea la certezza è una sola: le Fonti Rinnovabili sono la soluzione, più tempo ci mettiamo a capirlo e a metterlo in pratica, peggio è per i nostro portafogli. L’ERF infatti è pensato per finanziare la costruzione di nuove centrali Rinnovabili, dei relativi stoccaggi e delle iniziative di efficentamento energetico.

Quali saranno i prossimi passi del Movimento?
Insistere su questa strada pro Rinnovabili/Efficienza/Decentramento, con la riunione di martedì prossimo durante la quale, partendo dalla suddetta mozione depositata in Senato da M5S, cercheremo di individuare le soluzioni più efficienti per ridurre le bollette per tutti, e tornare quindi sul sentiero della ripresa. A livello locale invece proseguiamo nel “tour” per far conoscere le “Comunità Energetiche Rinnovabili”, sul quale l’interesse sta montando, dal momento che sono appunto la concretizzazione, la “summa” di quanto suddetto, attivabile direttamente, e oserei dire pure abbastanza agevolmente, da famiglie, condomini, Pmi ed Enti pubblici.