Crollano le dosi agli over 50. L’obbligo vaccinale è un flop. In sette giorni calo del 25,6% delle somministrazioni. Forte diminuzione anche tra i bambini sotto i 12 anni

Nonostante l’introduzione dell’obbligo vaccinale, i nuovi vaccinati over 50 secondo Gimbe crollano del 25,6% rispetto alla scorsa settimana.

Crollano le dosi agli over 50. L’obbligo vaccinale è un flop. In sette giorni calo del 25,6% delle somministrazioni. Forte diminuzione anche tra i bambini sotto i 12 anni

Nel braccio di ferro tra Governo e Regioni sulla rimodulazione dei colori in base all’andamento del SarsCov2 è intervenuta a Fondazione Gimbe (qui il monitoraggio): bene il superamento del sistema dei colori perché “le Regioni possono aumentare il numero di posti letto Covid per evitare zone dai colori più intensi ma determinando mancata assistenza a pazienti con altre patologie”. Sì anche alla sospensione del contact tracing, considerando che con l’incidenza elevata causata da Omicron “non è sostenibile né aiuta a rallentare la crescita dei casi”.

La Fondazione si dice contraria, invece, alla classificazione dei ricoveri Covid e alla revisione di misure sulla sorveglianza sanitaria dei positivi. Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, spiega che è corretto che tutti i pazienti ricoverati, anche per altre patologie, se positivi, vengano conteggiati come ricoverati per le conseguenze da Covid per due motivi. “In primis perché il Covid é una malattia che colpisce numerosi organi e apparati e definire lo status di asintomaticità è molto complesso, specialmente nei pazienti anziani con patologie multiple; in secondo luogo la positività può peggiorare la prognosi di pazienti ricoverati per altre motivazioni”.

Inoltre, “la gestione di tutti i pazienti positivi, indipendentemente dalla presenza di sintomi Covid-19, richiede procedure e spazi dedicati, oltre alla sanificazione degli ambienti”. Non sono accettabili, prosegue, “le proposte di rivedere misure sulla sorveglianza sanitaria, suddividendo fra i casi positivi asintomatici e quelli con sintomatologia, mentre l’elemento discriminante oggi dovrebbe essere rappresentato esclusivamente dallo status vaccinale”. Così come non va l’ipotesi di ridurre il tempo di isolamento dei lavoratori dei servizi essenziali, dopo tre giorni dalla comparsa dei sintomi, senza accertarne la negatività con tampone.

L’ALLARME. Nell’analisi Gimbe non poteva mancare il tema “Scuola”. No alla sospensione della didattica in presenza a scuola solo per i soggetti sintomatici, perché “l’elemento discriminante ai fini della quarantena in caso di tampone negativo dovrebbe essere rappresentato dallo status vaccinale e non dalla presenza/assenza di sintomi”. Per quanto riguarda le vaccinazioni la Fondazione rileva che nella settimana 19-25 gennaio si registra un crollo del 30,9 per cento dei nuovi vaccinati: sono stati 355.309 rispetto ai 514.324 della settimana precedente. Di questi il 43,9 per cento è rappresentato da bambini tra 5 e 11 anni, in netta flessione rispetto alla settimana precedente.

Nonostante l’introduzione dell’obbligo vaccinale, i nuovi vaccinati over 50 scendono a 96.957, pari a -25,6 per cento rispetto alla settimana precedente. Mentre al 26 gennaio sono state somministrate 31.138.488 terze dosi. Numeri alla mano in base alla platea ufficiale (39.539.599) il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 78,8 per cento ma con nette differenze regionali: si va infatti dal 70,8 per cento della Sardegna all’86,7 per cento della Valle D’Aosta. Le coperture con almeno una dose di vaccino, riporta Gimbe, sono molto variabili nelle diverse fasce d’età: dal 98,6 per cento della fascia over 80 al 29,4 per cento della fascia 5-11. Sono invece meno variabili sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’83,3 per cento, nella fascia 70-79 l’80,3 per cento e in quella 60-69 anni il 74,6 per cento.

Per quanto riguarda i contagiati, dopo 13 settimane consecutive di aumento dei contagi da covid, l’ultima settimana ha visto un’inversione della curva dei nuovi casi, che sono stati 1.197.970 rispetto ai 1.243.789 dei 7 giorni precedenti, con una flessione del 3,7 per cento. Per quanto riguarda le strutture ospedaliere, aumentano del 3 per cento i ricoveri in area medica, mentre diminuiscono dell’1,4 per cento quelli in terapia intensiva. Ma a crescere sono anche i decessi: sono stati 2.519 rispetto ai 2.266 della settimana precedente, con +11,2 per cento.

Proprio sul tema delle ospedalizzazioni torna Agenas che contrariamente a quanto rilevato 24 ore prima riscontra che la percentuale di posti occupati da pazienti covid nei reparti di area non critica che resta al 31 per cento in Italia, ma cala in sei regioni: Calabria (38 per cento), Liguria (41), Bolzano (21), Puglia (24), Sardegna (20), Val d’Aosta (52). Cresce, invece, in cinque regioni: Basilicata (al 26 per cento), Friuli Venezia Giulia (38), Lazio (33), Marche (30) e Molise (19).

Cala al 17 per cento, invece, la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti covid e, a livello giornaliero, scende in nove regioni: Basilicata (6 per cento), Friuli Venezia Giulia (23), Lombardia (14), Bolzano (14), Piemonte (22), Puglia (12), Sicilia (18), Toscana (21), Val d’Aosta (18). Cresce invece in 4: Abruzzo (23 per cento), Molise (8), PA Trento (27), Sardegna (16).