Crosetto e “i mandanti” del Giornale. Spunta il fuoco amico sul ministro

Il 19 dicembre il ministro della Difesa Crosetto tornerà a riferire alla Camera sulle sue dichiarazioni sulla magistratura.

Crosetto e “i mandanti” del Giornale. Spunta il fuoco amico sul ministro

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, alla fine ha capitolato e ha deciso di riferire in Aula alla Camera – lo farà il 19 dicembre – sulle sue incaute dichiarazioni sulla magistratura. Intanto ieri ha toccato con mano il senso per la stampa de Il Giornale e del suo direttore Alessandro Sallusti, innescando una polemica tutta interna al centrodestra che promette di finire in querela. Motivo del contendere è il titolo che il direttore del quotidiano milanese (che fu di Berlusconi e ora è del Gruppo Angelucci) ha riservato all’incontro di due giorni fa di Crosetto in Procura.

Il 19 dicembre il ministro della Difesa Crosetto tornerà a riferire alla Camera sulle sue dichiarazioni sulla magistratura

“Inchiesta su Crosetto”, strilla in prima pagina Il Giornale, titolando l’articolo di Luca Fazzo, lasciando intendere che il ministro sia vittima di un’indagine nei suoi confronti che – nella logica editoriale sallustiana – dovrebbe essere la dimostrazione dell’ennesimo complotto giudiziario nei confronti del governo. La realtà è molto più semplice. Il ministro della Difesa è entrato negli uffici della Procura di Roma in piazzale Clodio per incontrare il procuratore capo Francesco Lo Voi in seguito all’intervista di Crosetto al Corriere della Sera in cui il fondatore di FdI aveva parlato di un “grande pericolo” per la continuità del governo Meloni, costituito dall’ “opposizione giudiziaria di chi si sente fazione antagonista da sempre”, che “ha sempre affossato i governi di centrodestra”.

E poi aveva lanciato un’accusa circostanziata: “A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni’. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione”. Pochi giorni dopo la sua intervista Crosetto aveva ridimensionato le sue parole parlando di un “tentativo di mistificazione” e di “interpretazioni malevole”. “Non ho detto che a me raccontano di incontri segreti, di cospirazioni“, ma di “alcuni interventi pubblici che io reputo gravissimi sulla questione giustizia”, aveva detto alla Camera rispondendo a un’interpellanza.

L’esponente di FdI querela il quotidiano degli Angelucci. Il direttore Sallusti: il nervosismo fa perdere lucidità

Alla Procura di Roma è stato aperto un fascicolo iscritto a modello 45, senza indagati e senza ipotesi di reato che è stato al centro dell’incontro tra il procuratore e il ministro. Ieri Crosetto ha parlato di “un incontro cordiale” con il procuratore sottolineando come “quasi tutti i giornali” hanno dato “una rappresentazione corretta”, “Il Giornale invece – ha detto il ministro – inventa di sana pianta un titolo gravemente diffamatorio, totalmente falso, costruito evidentemente con il solo intento di infangare. Un atto gravissimo per il quale ho dato immediatamente mandato di denunciare in ogni sede possibile”. E ancora: “Il titolo e l’articolo del Giornale rivelano invece la chiara volontà di mistificare la realtà e trasmettere un messaggio, lo ripeto, tanto diffamatorio quanto falso, inaccettabile. Non posso ora esimermi dal capirne la ratio e soprattutto i mandanti”.

A stretto giro è arrivata la risposta del direttore Sallusti che ha sottolineato come a Crosetto “il nervosismo faccia perdere la lucidità”. “Il titolo è una sintesi”, si è difeso Sallusti. Evidentemente il dono della sintesi di Sallusti per il ministro lascia ampiamente a desiderare. Sorride sardonico il deputato del Pd Arturo Scotto: “Il ministro parla di ‘mandanti’. E non si riferisce agli avversari politici. Ho l’impressione che si ballerà molto nei prossimi mesi dalle parti di Palazzo Chigi”, scrive su X. E in effetti sarebbe curioso capire a chi si riferisca Crosetto quando ipotizza un disegno del giornale ‘amico’ per screditarlo. Del resto “il centrodestra è compatto e unito”, aveva detto l’altro ieri Giorgia Meloni. A vederli da fuori non si direbbe.