La curva epidemica italiana è in decremento. Ed è tutto merito dei vaccini. Brusaferro: “Siamo tra i Paesi europei dove la circolazione del virus è più contenuta”

Il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, certifica che la curva epidemica italiana è in decremento.

La curva epidemica italiana è in decremento. Ed è tutto merito dei vaccini. Brusaferro: “Siamo tra i Paesi europei dove la circolazione del virus è più contenuta”

La curva epidemica italiana è in decremento e l’indice di trasmissibilità Rt è sotto la soglia epidemica, nei prossimi giorni, secondo l’Iss, ci sarà una circolazione del virus stabile o in lieve diminuzione. “Il nostro Paese – ha detto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, durante la consueta conferenza stampa sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 (qui il video) – si caratterizza tra gli europei tra quelli dove la circolazione del virus è più contenuta. Siamo al di sotto la soglia epidemica, si evidenzia una lieve diminuzione dei tassi di occupazione dei posti letto, e tutte le regioni sono classificate a rischio basso. Assunto che la variante Delta è prevalente in Italia, è importante continuare nel lavoro per migliorare la copertura vaccinale”.

I dati relativi alla curva epidemica italiana, ha confermato Brusaferro nel corso della conferenza stampa, certificano una situazione in miglioramento anche se prudentemente il numero uno dell’Iss avverte dei possibili rischi derivanti dalla ripartenza di alcune attività dopo l’estate, in primis la scuola. “In calo i casi soprattutto tra i giovani, ma ora dobbiamo monitorare l’effetto scuola” avvisa.

Quello che è certo, come attesta Brusaferro leggendo i numeri, è che “la curva in Italia è più contenuta e si nota la decrescita”. “Sulle caratteristiche demografiche di chi sviluppa l’infezione è di 38 anni, l’età mediana di chi decede è attorno a 80 anni, e di chi fa ingresso in terapia intensiva è intorno a 63”. Tra gli elementi positivi quello relativo all’incidenza: “Durante il periodo estivo – ha aggiunto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità – c’è stato un picco di circolazione nella fascia d’età più giovane, ora si osserva la variazione di incidenza tra le fasce giovani ma una decrescita si nota in tutte le fasce di età”.

A livello nazionale l’incidenza “è a 54 casi per 100 mila, in riduzione rispetto ai 74 di due settimane fa, così come si nota la lieve decrescita del tasso di occupazione delle terapie intensive oggi al 6%”. Brusaferro esprime soddisfazione per l’adesione della popolazione alla campagna di vaccinazione: “E’ positiva la risposta delle fasce pià giovani”, annota sottolineando però la presenza di fasce d’età più adulte dove si registrano più resistenze.

“Fasce dove c’è la presenza di chi non si vaccina – ha aggiunto -, è quantitativamente significativa”. Sugli scenari dalla trasmissione, si nota come “gran parte delle regioni sono nello scenario 1, con l’Rt sotto la soglia di 1, sotto la soglia epidemica. Mentre la classificazione del rischio e’ bassa in quasi tutte le regioni tranne che per quattro”. A condividere un certo prudente ottimismo anche il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza. “I dati appaiono confortanti, diminuisce il tasso di incidenza, abbiamo un Rt al di sotto dell’unità, a 0,85. Abbiamo anche una leggera diminuzione del tasso di occupazione”.

Ma Rezza mette in guardia dagli effetti determinati dal ritorno alla quotidianità dopo la pausa estiva. “Con la ripresa di tante attività – ha detto Rezza -, come la scuola, si mette in moto un meccanismo, una serie di attivita’ che comportano l’aumento della mobilità e l’aumento di aggregazione in spazi chiusi”. “Rispetto all’anno scorso – ha aggiunto il direttore della Prevenzione -, la situazione è simile. Quest’anno però abbiamo due variabili: una positiva e l’altra no”.

“Quella negativa – aggiunge Rezza – è che siamo di fronte alla variante Delta che è più trasmissibile, questo fa si che bisogna mantenere delle precauzioni, ma abbiamo l’altra variabile che è quella del vaccino. A confronto degli altri Paesi europei siamo tra quelli che hanno vaccinato di più e meglio, anche grazie alla spinta dei più giovani; ed è di ieri d’altronde l’apprezzamento di Fauci”.

E sono ancora 3.424.070 gli italiani over 50 che non si sono sottoposti ad alcuna somministrazione di vaccino anti-Covid. Si tratta del 12,3% della popolazione della fascia d’età considerata. Il dato emerge dal report settimanale della struttura del commissario Francesco Paolo Figliuolo (qui i dati sulla campagna vaccinale). Rispetto ad una settimana fa i vaccinati con più di 50 anni sono aumentati di circa 100mila unità. Oltre la metà dei non vaccinati (1,7 milioni) sono tra i 50 ed i 59 anni: si tratta del 17% di questa fascia d’età.

https://www.youtube.com/watch?v=NqivbiFo8zk