di Stefano Sansonetti
Che Massimo Sarmi fosse un manager pronto ad affacciarsi su ogni tipo di business non c’erano dubbi. Ma che intendesse fare concorrenza ad Attilio Befera, il capo del Fisco italiano, non era nelle previsioni di molti. Eppure nel mondo delle Poste italiane succede anche questo. Attraverso una società ad hoc che si chiama Poste tributi, il colosso di Stato guidato da Sarmi proprio in questi giorni ha messo le mani sulla riscossione delle tasse locali dei comuni di Milano e Genova. Per Poste tributi si tratta del grande salto nel settore della fiscalità locale, visto che sinora la società si era aggiudicata i servizi soltanto in comuni di dimensioni minori come Enna, Olbia, Avezzano, Sulmona, Santa Maria Capua Vetere e Civitavecchia. E così, dopo aver portato Poste nel business bancario e assicurativo, e dopo aver garantito la disponibilità del gruppo ad aiutare nientemeno che l’Alitalia con 75 milioni di euro, Sarmi entra con decisione nel territorio della riscossione delle tasse. Territorio temuto dai contribuenti, perché di norma occupato da Equitalia, il braccio armato del Fisco presieduto da Befera. Quale legame tutto questo abbia con l’attività postale è un po’ difficile da dire, ma il passo è stato fatto.
L’ultima frontiera
Nei giorni scorsi Poste tributi, in raggruppamento con Engineering Tributi spa e Maggioli Tributi spa, si è aggiudicata una gara predisposta dal comune di Genova, guidato da Marco Doria, per la gestione della riscossione di tributi locali come Tares ed Imu (e delle forme di prelievo in cui sono destinati a trasformarsi in futuro). Il servizio, la cui scadenza è prevista per il 31 dicembre 2015, è stato aggiudicato dal comune di Genova per 4 milioni e 609 mila euro, con un ribasso del 2% rispetto alla base di gara. L’unica offerta pervenuta, come emerge dalla documentazione della procedura, è stata proprio quella formulata da Engineering, Poste tributi e Maggioli. Va detto che all’interno del raggruppamento il ruolo più importante è giocato da Engineering, società che già da tempo effettua la riscossione dei tributi locali e che ha gran parte del know how necessario. Accanto ad essa, in pratica, Poste tributi si occuperà di tutto ciò che riguarda la stampa e la notifica degli atti, la rendicontazione e il trasferimento dei soldi al comune. In realtà i compiti da svolgere sono piuttosto ampi. Le carte, infatti, parlano di supporto non soltanto alle attività di “riscossione ordinaria e da violazioni di Tares-Imu-Ici”, ma anche alle operazioni di “gestione ordinaria di Tares e Imu”, di “ricerca evasione e bonifica banche dati Tares-Ici-Imu” e di “servizi di front office”. Come si vede si tratta di uno spettro di attività piuttosto vario. E Poste tributi ha deciso di metterci sopra una bella bandierina, anche approfittando del parziale arretramento di Equitalia dalla fiscalità locale. Terreno sul quale, comunque, la holding pubblica di riscossione continuerà ad agire ancora per lungo tempo.
Spunta Jp Morgan
L’altro comune conquistato, anche se l’affidamento non è ancora definitivo, è addirittura Milano. Il canovaccio è più o meno lo stesso. Poste tributi si è aggiudicata il servizio di supporto e gestione della riscossione delle tasse locali in cordata con Engineering Tributi. In questo caso parliamo di aggiudicazione provvisoria, ma salvo sorprese la decisione sarà annunciata a breve dal comune guidato da Giuliano Pisapia. E questo a dimostrazione di come Poste si sia allargata fino a toccare i municipi più importanti. Peraltro è curioso notare come nelle operazioni di Genova e Milano indirettamente spunti fuori anche la banca d’affari americana Jp Morgan. Si dà infatti il caso che Engineering Tributi, che con Poste si è aggiudicata gli appalti in questione, faccia capo a Engineering Ingegneria Informatica. Si tratta di un gruppo quotato in borsa nel cui capitale, qualche tempo fa, è entrata con il 29,9% proprio Jp Morgan, attraverso il fondo One Equity Partners. Insomma, nella riscossione dei tributi locali nostrani c’è anche qualcosa di americano.