di Lapo Mazzei
Se dipendesse dal suo medico, il dottor Alberto Zangrillo, se ne dovrebbe stare a riposo, altro che piazza e televisione. Anzi, a casa. Senza seguire nemmeno in tv il voto sulla sua decadenza. Ma Silvio Berlusconi è così, un leone con la vocazione per la lotta. Quando sente l’odore della preda, quando scatta il richiamo del sangue, non c’è medico che tenga. Ed è proprio in quei momenti che il Cavaliere si erge sulla prua, come Leonardo Di Caprio nella scena clou del Titanic, e guida gli azzurri nell’assalto finale. Non a caso lo stesso medico del Cavaliere allarga le braccia, dovendo ammettere che “non è possibile dare quel tipo di consiglio” a Berlusconi. “Su questi aspetti vengo sempre disatteso”. E allora prepariamoci alla scena madre, al gran finale senza sipario, al ruggito del leone nella savana della politica di casa nostra. Un ruggito destinato a riecheggiare a lungo, al di là di ciò che decreterà l’Aula del Senato, dato che ci sarà prima la piazza e poi lo show down che Berlusconi seguirà in diretta nel salotto di Porta a Porta, il programma di Rai Uno condotto da Bruno Vespa, considerato la terza Camera. Come sulla prua del Titanic, ma con l’iceberg fuori dallo studio televisivo (in mattinata poi il Cav ha annunciato che non parteciperà alla trasmissione). Vero e verosimile in una sola ed unica dissolvenza. Che non scioglie il nodo centrale. Berlusconi decaduto che farà? Guiderà comunque Forza Italia? E sarà lui a gestire la campagna elettorale?
Margini di manovra ridotti
Partiamo dall’aspetto tecnico di questa intricata vicenda politica lunga venti anni e destinata a chiudersi in due ore. “Secondo la legge l’imputato non deve cospargersi la testa di cenere per ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Specie quando ritiene che la sentenza che lo riguarda sia ingiusta”, spiega l’avvocato Franco Coppi, uno dei legali del Cav. Il riferimento del penalista, che assiste l’ex presidente del Consiglio con Niccolò Ghedini, riguarda proprio la posizione dell’ex premier. “La legge non chiede un pentimento od un atto di contrizione per l’affidamento in prova”. Dunque si può fare. Ghedini, infatti, ha sottolineato che “per rispetto al Tribunale di sorveglianza di Milano non è stato individuato ancora come si svolgerà il servizio”. Coppi sul punto ha aggiunto che “potrebbe anche trattarsi di un incontro periodico con un assistente sociale. Ma bisogna vedere”. E proprio in questa formula dubitativa sta la chiave di tutto. L’accordo con il tribunale garantirà un certo margine di manovra al Cavaliere? Il nodo, come è facile intuire, sta tutto qui. Ma se il futuro è un ipotesi, il presente è una certezza. Ovviamente in chiave mediatica. E cosi la giornata della vigilia del voto ci consegna un Berlusconi scatenato e a ruota libera, che insiste nel ripetere che “quanto sta accadendo è inaccettabile” e che la sua cacciata da Palazzo Madama rappresenterebbe “una ferita mortale alla democrazia”. Di più: l’ex premier racconta pure che il leader russo Vladimir Putin è “incredulo e scandalizzato” per come stanno trattando il Cav. Non da ultimo, ribadisce la propria innocenza in tutti i modi possibili, attaccando coloro che intendono eliminarlo politicamente e sostenendo che il governo Letta “ha fallito le sue tre missioni”. Le interviste in tv si sprecano e offrono al Cav l’opportunità di puntare il dito contro una “democrazia che così è dimezzata”.
Gara di velocità
Ma la frase che a molti suona come una “minaccia” è quella legata alla manifestazione di piazza – organizzata da Forza Italia – concomitante allo scrutinio sulla decadenza e che oggi andrà in scena nel tentativo di sostenerlo e fornirgli solidarietà. Berlusconi dice che “sarà solo l’inizio” e dal Pd si levano le proteste: “È una escalation di violenze, qui si vuole incendiare l’Italia, ma noi non cederemo al ricatto”. A far salire la temperatura contribuiscono i legali di Berlusconi, secondo i quali l’ipotesi dell’arresto, dopo il voto del Senato va “aldilà della provocazione”. Insomma, è irreale. Però questo è l’altro che lega i fili dell’intera vicenda. “Non sappiamo neppure se presenteremo l’istanza di revisione” del processo Mediaset”, affermano in modo sibillino i legali del Cav. “Stiamo raccogliendo il materiale e valutando”, dice Coppi. Intanto però il Cav è angosciato dallo spettro dell’arresto. Ieri mattina, durante la riunione con i gruppi parlamentari a Montecitorio, il Cavaliere avrebbe espresso la sua preoccupazione, una volta che la decadenza da senatore diventi effettiva: “Mi dicono – ha spiegato – che tra le procure di Napoli e Milano c’è una gara di velocità per chi mi agguanta prima”. Ad escludere questa ipotesi ci pensa uno dei pm storici del pool di Mani Pulite, Piercamillo Davigo, ora consigliere della corte di Cassazione. Nel programma radiofonico “Un giorno da pecora”, il giudice risponde così alla domanda se il Cavaliere possa rischiare l’arresto per le implicazioni del “Ruby Ter”: “Bisognerebbe leggere gli atti. Ma lui ha un’età per cui non si va in carcere salvo casi eccezionali”. Vero o verosimile quest’oggi gli azzurri saranno in piazza. E non come sul Titanic, ma come sulle scale del Caimano di Nanni Moretti. In fondo la vita politica di Berlusconi non è stata tutto un film? Adesso, forse, siamo al pre-finale….