C’è chi tornerà alla sua vecchia professione, chi nel frattempo se n’è inventata una nuova. E chi, invece, come al solito, proverà a rientrare dalla finestra dopo essere uscito dalla porta. Ci sono tutte queste tra le principali ambizioni che nutrono i vecchi parlamentari, coloro che hanno tentato di ricandidarsi dopo aver gustato il sapore di essere onorevole e non ce l’hanno fatto.
Tra gli ex parlamentari e ministri c’è chi tornerà alla sua vecchia professione, chi nel frattempo se n’è inventata una nuova
Tra gli esclusi, ad esempio, Manlio Di Stefano, ex sottosegretario agli Esteri ed ex pentastellato salito sulla scialuppa di Luigi Di Maio, molto probabilmente, dopo dieci anni di Parlamento e governo, tornerà al suo “vecchio” lavoro di ingegnere. A portarsi avanti è stato invece Angelo Tofalo, a lungo sottosegretario alla Difesa, che nel frattempo ha aperto una sua società (At, come le sue iniziali) che si dedica proprio all’interesse che negli anni ha maggiormente nutrito, la cybersicurezza.
A tornare al vecchio lavoro sarà anche Lucia Azzolina, anche lei passata con Di Maio: la attendono, dopo tante polemiche sui banchi con le rotelle, proprio i banchi di scuola. A proposito di Di Maio, pare che le idee non gli manchino e c’è chi ricorda i buoni rapporti costruiti con numerosi imprenditori, come Danilo Iervolino, campano come l’ex capo politico dei Cinque Stelle, e ora tra le altre cose editore del settimanale L’Espresso. Di Maio dopo aver lasciato la guida di Impegno civico, che ha riportato in Parlamento solo Bruno Tabacci è, insomma, sul mercato.
Al di là delle simpaticherie, la situazione è uguale per tanti esclusi. A destra, come a sinistra. Non sono pochi i grandi esclusi anche in casa Pd. Da Emanuele Fiano ad Andrea Marcucci. Se il primo verosimilmente resterà in politica, il secondo potrebbe riprendere in mano gli affari di famiglia con la Kedrion, la multinazionale del farmaco emoderivati.
Qualcuno probabilmente si ributterà sul giornalismo, vecchia professione abbandonata. È il caso di Andrea Ruggeri, ex parlamentare di Forza Italia, che ora non a caso popola i talk televisivi in qualità – chissà – di esponente politico ma anche sempre più di opinionista. A non toccare l’elezione è stato anche Gianluigi Paragone, nonostante i buoni auspici di Italexit. Difficile anche qui capire cosa farà l’ex direttore della Padania, ma non è detto che rispolveri in qualche modo la strada giornalistica.
Ci sono poi i Cinque stelle. Qualcuno riprenderà i vecchi lavori, qualcun altro molto probabilmente rimarrà all’interno del Movimento. Si pensa ad esempio ad un posto all’interno della struttura pentastellata sia per Roberto Fico che per Paola Taverna.
Mentre non è detto che qualcuno possa essere assunto come assistente dagli eletti più giovani. L’esperienza non è mai troppa. A restare a casa, però, ci sono anche vari renziani. Una su tutte? Teresa Bellanova. L’ex sindacalista ora è anche ex politica. Promette, però, di continuare a occuparsi del bene pubblico, ma da pensionata.
C’è però anche chi ha deciso di cambiare totalmente vita. Uno di loro è Sergio Battelli, dopo 10 anni nei palazzi aveva già in testa un sogno: aprire un chiringuito a Barcellona. “Lo chiamerò Montecitorio beach”, racconta con il sorriso il deputato-rocker che nel frattempo ha registrato il suo nuovo singolo “3 is a magic number”.
Per non parlare di Danilo Toninelli. Sicuramente continuerà a dare una mano al Movimento, ma da esterno e da simpatizzante. E sui social. Già, perché più di qualcuno lo vede come nuovo tik toker. E le sue dirette sulla controniformazione collezionano centinaia di migliaia di follower.