Da Rocca 10 milioni agli Angelucci

Regalo del governatore Rocca al suo ex datore di lavoro Antonio Angelucci. Sindacati in trincea: altro colpo alla Sanità pubblica.

Da Rocca 10 milioni agli Angelucci

A tre mesi dalla sua elezione il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca non ha perso tempo ed ha assegnato al suo ex datore di lavoro Antonio Angelucci, il ras della sanità privata, oltre 10 milioni di euro per decongestionare i pronto soccorso laziali.

Regalo del governatore Rocca al suo ex datore di lavoro Antonio Angelucci. Sindacati in trincea: altro colpo alla Sanità pubblica

Fondi previsti in un pacchetto di delibere che assegnano 22 milioni e 900 mila euro letto alla sanità privata (la metà ad Angelucci) per avere 350 posti letto che, come già raccontato da La Notizia, equivalgono, conti alla mano, a 10 posti per ogni pronto soccorso. “Questo investimento servirà a strappare l’infame maglia nera dei tempi d’attesa nei nostri ospedali. Si tratta di una prima misura indispensabile, necessaria e in grado di decongestionare in maniera significativa la situazione”, dichiara il presidente laziale.

Una decisione che era già sul tavolo a marzo e che spiegherebbe l’insistenza di Rocca, stando alle fonti consultate dal nostro giornale, a voler tenere la delega della Sanità dove non ha fatto finora grandi stravolgimenti. Anzi, ha lasciato ognuno al suo posto commissariando però tutte le Asl e le Aziende ospedaliere che non possono né assumere né bandire concorsi senza l’approvazione della Regione.

Dalla Regione Lazio una marea di soldi ai soliti ras delle cliniche private per 10 posti letto in più in ogni pronto soccorso

L’iniziativa presa d’urgenza e che sarà operativa dal 10 maggio, per risolvere almeno parzialmente la mancanza di posti letto, non risolverà però la grave carenza di organico negli ospedali ma farà intascare soltanto milioni di euro dei cittadini laziali alla sanità privata dove Rocca ha lavoro fino fino a poco prima di accettare la candidatura alla Pisana.

Il governatore infatti era nel Cda del San Raffaele e prima ancora era alla guida di Confapi Sanità insieme a Giampaolo Angelucci figlio di Antonio Angelucci e sarà proprio quest’ultimo a beneficiare dei fondi per l’urgenza di cui la maggior parte, 5,1 milioni, andrà al San Raffaele di Rocca di Papa nonostante sia stato chiuso durante il Covid a causa di un cluster che ha ucciso 40 anziani.

Altri 2,2 milioni andranno al San Raffaele di Velletri per il quale Angelucci è stato accusato di istigazione alla corruzione per aver promesso ad Alessio D’Amato – al tempo responsabile della cabina di regia del servizio sanitario regionale – “il pagamento di una somma di denaro” se “avesse avallato” il pagamento dei crediti per la clinica San Raffaele di Velletri, alla quale la Regione Lazio oggi assegna i fondi per l’urgenza. Scelte, per i trascorsi professionali di Rocca con gli Angelucci, che iniziano a risultare indigeste anche nel Centrodestra.

E non è tutto. Il “Progetto sperimentale di gestione del sovraffollamento dei Pronto Soccorso”, con il quale si assegnano soldi a pioggia alla sanità privata dovrebbe servire per decongestionare i pronto soccorso ma non è chiaro se le cliniche private siano in grado di gestire i pazienti complessi che arrivano dagli ospedali. Cliniche che già prendono milioni di euro per altre prestazioni in convenzione e a cui i cittadini laziali sono costretti a rivolgersi per liste di attesa lunghissime dovuto alla mancanza di operatori e macchinari.

Anaao: “Invece di pensare alla dotazione di organico nei presidi ospedalieri si è ricorsi alla sanità privata”

“Invece di pensare alla dotazione di organico nei presidi ospedalieri si è ricorsi alla sanità privata per avere dei posti letto ma non sappiamo se queste strutture riabilitative siano in grado di gestire pazienti con patologie complesse – ha commentato Aldo Di Blasi segretario Anaao del Lazio -. Come sindacato avevamo un appuntamento con il governatore Rocca che ha voluto i nominativi delle persone con le quali ci saremmo presentati, ma dopo il blocco delle assunzioni deliberato dalla Regione, che il presidente ha deciso senza alcun confronto sindacale, lo abbiano disdetto”.