Da Sangiuliano al Garante della Privacy. Ecco di cosa ha parlato Ranucci in Vigilanza e perché si è scontrato con Gasparri

Dopo oltre un anno di paralisi la Vigilanza torna a riunirsi per sentire Ranucci. Da Sangiuliano al Garante, ecco le risposte del giornalista

Da Sangiuliano al Garante della Privacy. Ecco di cosa ha parlato Ranucci in Vigilanza e perché si è scontrato con Gasparri

“In genere sono un giornalista divisivo, sono contento di essere questa volta un giornalista inclusivo”. Così due giorni fa il conduttore di ‘Report’, Sigfrido Ranucci ha esordito durante l’audizione dinanzi alla Commissione di Vigilanza. Un evento unico, visto che da ottobre 2024 la Commissione – organo di vigilanza sulla Rai – risulta paralizzata (11 le fumate nere consecutive) a causa del boicottaggio della maggioranza. Un braccio di ferro dovuto all’indisponibilità delle opposizioni a votare Simona Agnes come presidente Rai e dell’altrettanta indisponibilità del centro-destra a cambiare candidata. Morale: la vigilanza non svolge il suo ruolo e la Rai – alias TeleMeloni – è allo sbando e in crisi di ascolti.

I sassolini che Ranucci si è tolto dalla scarpa

Così quando mercoledì sera Ranucci è stato audito dalla Vigilanza al completo, l’evento è apparso straordinario. Anche perché il giornalista ha potuto ribattere, colpo su colpo, alle accuse provenienti dai banchi della maggioranza. Dal famoso audio dell’allora ministro Gennaro Sangiuliano, alle puntate tagliate, dalla supposta unidirezionalità delle inchieste del programma, al pluralismo, fino all’ultimo scoop sul Garante della privacy. Domande e risposte che vale la pena ripercorrere, per comprendere quanto gli ultimi mesi di duri attacchi a Ranucci & Co siano stati strumentali e pericolosi per lui, ma soprattutto per la libertà di stampa.

Report costa poco e indaga su tutti, senza sconti

Circa i costi, Ranucci ha ricordato che “Report è la trasmissione più virtuosa tra le prime serate e lamentarsi dei suoi costi è come se il Santo Padre si lamentasse del Giubileo…”. Per il conduttore sicuramente i tagli ci sono stati per tutte le trasmissioni, “ma non siamo dal pizzicarolo! Una linea editoriale vorrebbe che si tagliassero le cose che funzionano meno e si mantenessero quelle che funzionano di più. Questo dovrebbe fare un manager oculato che pensa anche al prodotto, mantenendo un’ottica di pluralismo”.

E proprio sul pluralismo ha ricordato in primis al direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, presente in aula – il quale aveva riferito di aver più volte richiamato la trasmissione al rispetto del pluralismo – che “quando si parla di pluralismo in Rai, non si intende una sola trasmissione, ma la Rai nella sua completezza. Caro direttore, io non ho un’appartenenza politica e quindi per me una notizia è una notizia, non ha un colore politico”. Inoltre Ranucci ha ricordato come dal 2019 il maggior numero di inchieste abbia riguardato l’allora ministro Roberto Speranza e che né Beppe GrilloGiuseppe Conte sono stati immuni dai servizi della trasmissione.

“Indagavamo sul Garante perché quell’ufficio non funziona”

Ripercorrendo poi l’inchiesta sul Garante (che ha comminato a Report una sanzione da 150mila euro), il giornalista ha spiegato che stavano indagando sull’Authority da tempo, perché “quell’ufficio non funziona, è pieno di conflitti di interessi”. Inoltre, “le decisioni che vengono prese all’interno di quell’ufficio sono figlie di sensibilità politiche clientelari, di rapporti incestuosi anche con i ricorrenti e questo pone un problema sulla libertà di informazione”.

Ranucci ha poi rivelato che i membri del Garante sapessero da tempo di essere oggetto di inchiesta, ben prima di comminare la sanzione, “perché avevamo fatto una richiesta di accesso agli atti che c’è stata negata, fatto anche questo molto grave, perché riguarda i costi di un apparato pubblico”.

Ecco perché andò in onda l’audio di Sangiuliano

Discorso collegato quello sull’audio di Sangiuliano, che Report ha deciso di mandare in onda perché “un audio dove c’è la moglie di un ministro che non è un personaggio privato, ma è una giornalista, che chiede al marito ministro di interrompere un contratto (quello di Maria Rosaria Boccia, ndr), altrimenti lei si sarebbe sostituita al ministro nell’atto di bloccare la consulenza, telefonando al suo capo di gabinetto!”. Inoltre, aggiunge, “quella telefonata è avvenuta pochi minuti prima che Sangiuliano mandasse il messaggio al suo capo di gabinetto, chiedendo di interrompere il contratto”.

E, siccome è un fatto “che ha comportato le dimensioni di un ministro e che ha fatto il giro del mondo, credo che avesse tutti i requisiti dell’interesse pubblico”.

Lo scontro Gasparri-Floridia sulla Vigilanza

Ma forse, il momento di massima frizione – anche con la presidente della Commissione, Barbara Floria – si è avuto dopo l’intervento del senatore Maurizio Gasparri, lo stesso che in un’altra seduta della commissione tempo fa, si era reso protagonista di un siparietto con tanto di coganc e carota all’indirizzo di Ranucci. Ad accendere gli animi, due questioni: i servizi di Report sulla pista nera per la strage di via D’Amelio (che Gasparri contesta) e alcuni suoi commenti sulla paralisi delle Vigilanza.

La lezione della presidente al senatore di Fi

E proprio sulla Vigilanza è intervenuta Floridia, ricordando che la Commissione “non ha fatto delibere, né atti di indirizzo e che tutto il resto dell’ordinario è stato bloccato”. “Conosco benissimo il regolamento”, ha sottolineato la presidente. Floridia ha poi ricordato, a proposito dello slittamento della nomina di Agnes alla presidenza, come la presidenza della vigilanza spetti alle opposizioni e che a inizio legislatura queste avessero indicato il nome dell’M5s Riccardo Riccardi, senza però raccogliere il favore della maggioranza. “Nel momento in cui Ricciardi non era gradito e non si trovava la convergenza dei voti, si è cambiato il nome e ci si è accordati sulla mia presidenza”. Sulla strage di via D’Amelio, invece, Ranucci ha ricordato a Gasparri che le sue obiezioni si basano su documenti datati, superati dalle inchieste successive di Report, aggiungendo che se vorrà saperne di più, potrà “seguire la puntata di domenica prossima…”.