Da tutto il mondo per l’ultimo saluto a Giulio Regeni. Sale forte la richiesta di giustizia. Ma il regime di Al Sisi continua a non collaborare

“Non è giusto. Senza giustizia non si può costruire la pace”. Questa la scritta su un cartello davanti al Battistero di Fiumicello (Udine) per l’ultimo saluto a Giulio Regeni. Quella giustizia che ci si attende dall’Egitto. Forse chi ci crede veramente che dal regime egiziano possa arrivare una svolta in tempi brevi è davvero troppo ottimista. Perché ci sono troppe cose che non tornano in quei 45 minuti di buco nero, quei minuti in cui Regeni è sparito. Rapito. A pochi passi da casa sua, secondo un super testimone citato dal Corriere della Sera,  da agenti in borghese. Ma a non tornare sono anche le prime spiegazioni giunte dal regime egiziano, immediatamente dopo il ritrovamento del cadavere, quando si era parlato di incidente d’auto.

Le indagini seguono la pista dell’articolo scomodo scritto da Regeni relativo a un sindacato egiziano. Giulio aveva pubblicato un pezzo, firmato con uno pseudonimo, su Nena News. Gli amici del ragazzo lo avevano trovato impaurito dopo la foto che gli era stata scattata da uno sconosciuto a un’assemblea.

Intanto c’è stato l’ultimo saluto al ricercatore italiano ucciso in Egitto. Funerali in forma privata quelli di questo pomeriggio nella palestra di Fiumicello. Senza vessilli e bandiere come richiesto dalla famiglia del ragazzo. Non un passerella per politici. Un fiume di persone ha voluto onorare il povero Giulio. Mille persone nella palestra, altrettante fuori. Lutto cittadino a Fiumicello.  “Giulio è entrato nella Resurrezione. Come diceva Paolo VI, bisognerebbe mettere una quindicesima stazione alla via Crucis, quella della Resurrezione”, ha detto don Luigi Fontanot, all’inizio del rito funebre. La messa è stata celebrata in parte in inglese per consentire la comprensione agli amici stranieri. Don Luigi ha definito “Giulio una persona speciale, per l’entusiasmo, per la voglia di conoscere” ricordando i concetti di libertà e di amicizia che aveva espresso: “Libertà è la possibilità di esprimere te stesso in un certo contesto; amicizia è un rapporto incondizionato tra due persone”.  “Il ricordo che Giulio ci lascia è il suo impegno per gli altri”, ha aggiunto  e con un “grazie” ripetuto tre volte Don Luigi ha chiuso l’omelia del funerale. “Grazie Giulio, mi hai insegnato tanto”, le parole della madre.