Giovedì si voterà la mozione di sfiducia a Ursula von der Leyen. La presidente non rischia nulla ma il voto raccoglie il senso della protesta nei confronti di un governo considerato autoritario. Dario Tamburrano, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, ci spiega i motivi per cui voterete la sfiducia?
“Con coerenza confermiamo il nostro voto contrario a questa Commissione che sta portando l’Europa verso un baratro tragico. Ursula von der Leyen ha avviato la militarizzazione dell’economia e dell’ industria europea, fatto marcia indietro sul Green deal, tace sul genocidio a Gaza e prende ordini da Washington accettando dazi al 10% che penalizzeranno le nostre imprese e il Made in Italy. Prima va a casa meglio è per tutti”.
Non pensate in questa maniera di venire strumentalizzati dall’estrema destra?
“No, fra i firmatari della mozione ci sono anche esponenti della sinistra radicale tedesca, ceca e due partiti al potere in Slovacchia che erano membri del gruppo dei Socialisti fino a qualche anno fa. È evidente, e lo abbiamo specificato in un nostro comunicato, che non condividiamo i valori degli altri firmatari di estrema destra, i polacchi del Pis o i rumeni di AUR. Quelli sono alleati di Fratelli d’Italia, non certamente i nostri. Per noi parlano la nostra storia, ma anche le nostre battaglie politiche: noi dall’inizio della legislatura su tutti i temi abbiamo votato sempre in maniera opposta a loro”.
Dai Socialisti ai Liberali passando per i Verdi, tutti hanno rinfacciato a von der Leyen l’asse con le estreme destre.
“Le loro affermazioni si sintetizzano con una vecchia canzone di Mina ‘parole, parole’. I gruppi dei Socialisti, Liberali e Verdi europei hanno ingoiato così tanti rospi dall’inizio della legislatura che hanno rinnegato sé stessi. C’è un enorme problema politico nella cosiddetta ‘maggioranza Ursula’ e il nodo si scioglierà solo quando questi gruppi troveranno il coraggio di staccare la spina”.
FdI voterà contro la mozione, Giorgia Meloni si conferma la stampella di von der Leyen?
“Sono lontani i tempi in cui la Meloni arringava le folle contro gli inciuci europei e giurava che mai avrebbe votato con i socialisti. Tutto archiviato, per qualche briciola di potere a Bruxelles e il ruolo di Commissario concesso a Fitto che però non conta nulla: a Berlaymont decide tutto il gabinetto della Presidente, inclusi i tagli ai fondi di coesione e alla PAC che Fitto dovrà difendere, se non vuole perdere la poltrona anche lui”.
Von der Leyen ha accusato i putiniani di aver armato la mano di chi ha firmato la mozione. Vi ha convinto?
“Questa retorica è offensiva per noi e soprattutto per milioni di elettori progressisti che non condividono le politiche di questa Commissione con l’elmetto. Ursula von der Leyen dovrebbe sapere che in ogni democrazia c’è una maggioranza e una opposizione, etichettare di putinismo o complottismo l’opposizione è un modo per silenziarla, quando in realtà così facendo la rafforza e basta”.
Come giudica la postura dell’Europa, e dell’Italia in particolare con le ambizioni di Meloni a voler fare da pontiera tra Usa e Ue, sui dazi?
“La strategia di Ursula von der Leyen, sussurrata all’orecchio da Giorgia Meloni, di provare ad addomesticare le bizze di Trump accettando tutto quello che propone è fallimentare. I dazi al 10% non sono un compromesso, ma una resa per il Made in Italy e l’economia europea. Le imprese italiane pagano già l’energia più cara d’Europa, come faranno a sopportare questa tassa occulta rappresentata dai dazi? E come faranno a competere senza reciprocità con le tante multinazionali statunitensi che non pagano le tasse in Europa, mentre loro sono supertassate?”.
Oggi il Parlamento europeo, dietro vostra richiesta, aprirà un dibattito sul nuovo scandalo sull’uso dei fondi del Parlamento usati dall’ex gruppo Identità e Democrazia di estrema destra. E di cui faceva parte anche la Lega.
“Il vizietto dell’estrema destra con i soldi pubblici è noto a tutti. Il Parlamento europeo ha analizzato i bilanci del vecchio gruppo della Lega e ha trovato diverse irregolarità, come quella di fondi concessi ad associazioni vicine: noi abbiamo chiesto un dibattito in plenaria perché vogliamo vederci chiaro. Dopo il caso della confisca dei 49 milioni di euro della Lega e la condanna a Marine Le Pen in Francia, vogliamo ascoltare con attenzione gli interventi dei vari Vannacci, Sardone e Ceccardi perché dalle accuse non si scappa, ma ci si difende soprattutto quando si maneggiano i soldi dei contribuenti”.