Flat tax e picconate al Welfare, le destre pensano solo ai ricchi. Parla il sociologo De Masi: “disastroso abolire il Reddito di cittadinanza”

Dal Centrodestra flat tax e picconate al Welfare. Il trio Meloni, Salvini e Berlusconi pensa solo ai ricchi

Flat tax e picconate al Welfare, le destre pensano solo ai ricchi. Parla il sociologo De Masi: “disastroso abolire il Reddito di cittadinanza”

Malgrado i dati dimostrino la sua utilità, il Centrodestra se la prende con il Reddito di cittadinanza. Professore Domenico De Masi, secondo lei se passasse l’idea di abolire questa misura, definita dalla Meloni come “un errore da superare” cosa accadrebbe agli italiani?
“Abbiamo 5 milioni e mezzo di italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta, ossia che non hanno il minimo necessario per sopravvivere, e altri 8 milioni in povertà relativa ossia che hanno lo stretto indispensabile. Bisognerebbe chiedere alla Meloni come pensa che questi 14 milioni di italiani potranno vivere. È vero che alcuni di loro possono lavorare ma non è facile trovare lavoro a persone che spesso sono analfabete, non hanno la patente o non lavorano da anni. Parliamoci chiaro anche queste persone abili e arruolabili non sono bocconiani ma persone difficilmente reinseribili nel mondo del lavoro. Ad ogni modo ci sono anche 3 milioni e mezzo di persone che non possono lavorare perché sono minorenni, inabili o anziani. Guardi capisco bene perché la destra è così agguerrita contro il Reddito di cittadinanza e contro i poveri, quello che non capisco è la latitanza della sinistra che non ha saputo farsi carico di questi problemi. Consideri che tra il 2008 e il 2018, cioè durante la crisi economica mondiale, i 6 milioni di italiani più ricchi hanno visto aumentare il loro patrimonio del 73%. Nello stesso periodo i 6 milioni di italiani più poveri, hanno visto aumentare la loro povertà del 62%. Insomma i ricchi sono diventati molto più ricchi e i poveri molto più poveri e la colpa è della sinistra che non ha fatto nulla contro problemi come la precarietà e la proletarietà”.

Intanto Salvini e tutto il Centrodestra spingono sulla flat tax al 15%. Una misura dai costi ingenti e che secondo molti finirebbe per favorire i ricchi. Come stanno davvero le cose?
“Il problema della flat tax non è di percentuali ma che si tratta di una tassa iniquia in quanto uguale per tutti. Al contrario serve una tassa proporzionale, come prevede la nostra Costituzione, in cui i ricchi paghino di più e i poveri di meno. Le faccio notare che le ultime tabelle riferite alla finanze dello Stato italiano mostrano che il maggior contributo al loro sostentamento lo danno le classi medio basse e questo è un controsenso. La flat tax è concettualmente sbagliata e creerebbe disastri perché appiattisce tutti su una percentuale fissa anziché essere tarata sulle disponibilità patrimoniali dei singoli individui”.

In questi giorni il Centrodestra insiste sulla pace fiscale. Qualcosa che in molti vedono come il tentativo di ammiccare agli evasori. Lei che idea si è fatto?
“Inutile girarci intorno, è una forma di condono quella che propone la destra. Un condono fiscale che, è bene sottolinearlo, incoraggerà altre evasioni fiscali. Perché succederà questo? Semplicemente perché ogni evasore saprà che prima o poi ci sarà un condono che lo metterà a riparo dalle conseguenze. La realtà è che questa campagna elettorale non sta portando nulla di nuovo. Ancor prima di iniziare già conoscevamo le posizioni della destra, quelle del centro e quelle della sinistra o almeno di quello che ne rimane. Già perché siamo passati da quando il nostro Paese aveva tre grandi partiti a sinistra, al centro c’era la Democrazia crisitana mentre a destra non c’era quasi nulla se non un partito monarchico fermo al 2% e un partito neofascista di Almirante. Ora è l’esatto opposto perché a destra ci sono tre partiti, quelli di Meloni, Salvini e Berlusconi, al centro c’è il Partito democratico che ha abbandonato le politiche di sinistra per abbracciare le politiche neoliberiste di Draghi tanto da averne assunto la relativa agenda come stella polare della propria azione politica, mentre a sinistra non c’è nulla. Uno spazio vuoto che forse potrebbe essere occupato dal Movimento 5 Stelle che è, ad oggi, l’unico partito ad aver fatto cose di sinistra”.

Il programma elettorale del Centrodestra vuole riscrivere il Pnrr. Tra aperture al nucleare e rinvio dell’addio ai motori endotermici, sembra in vista un passo indietro in fatto di Transizione ecologica. È sorpreso?
“Questo lo ha già fatto Trump in America riportando indietro le lancette della storia cancellando tutti gli impegni climatici. Esattamente quello che vorrebbe fare la destra italiana, soprattutto quella salviniana e berlusconiana. Una coalizione, questa, in cui è bene fare alcune distinzioni perché la Meloni ha reminiscenze fasciste e quindi è statalista mentre Salvini e Berlusconi sono veri neoliberisti. Ma se con la destra al potere la transizione ecologica segnerà un passo indietro evidente, è altrettanto vero che la sinistra non sta presentando alternative”.

Nel programma del Centrodestra non c’è traccia della lotta alla mafia. Eppure la cronaca racconta spesso di commistioni o ingerenze tra politica e criminalità organizzata che mostrano come questo sia un problema ancora attuale. Come mai questo silenzio?
“La destra ha sempre flirtato con la criminalità organizzata, non è di certo una novità. Tutta la storia della mafia, della ‘ndrangheta e della camorra, ha sempre mostrato rapporti poco chiari. Per questo non mi scandalizza l’assenza di un capitolo sul tema all’interno del loro programma elettorale. Al contempo non posso che rilevare come questo sia un messaggio che la destra lancia alle mafie per dire: ‘con noi al potere non dovete avere paura’. È sempre stato così ed è la storia a dirlo”.

Berlusconi è tornato a parlare di Giustizia proponendo di rendere inappellabili le sentenze assolutorie di I e II grado. Che ne pensa di questa proposta?
“Credo che Berlusconi non abbia le carte in regola per parlare di Giustizia. Si tratta di una persona che ha avuto rapporti diretti con Dell’Utri, il quale a sua volta è stato condannato per la vicinanza alla mafia. Inoltre ha avuto una vita piuttosto tempestosa sotto il piano giuridico per via dei suoi comportamenti privati e anche per i rapporti opachi. Ha avuto in casa lo stalliere di un mafioso per molti anni. Ha sempre fatto la guerra ai magistrati. Insomma è l’ultima persona in Italia che può parlare di Giustizia e qualunque proposta fa sul tema è squalificata in partenza”.