Dal Recovery ai vaccini. Bastano venti minuti per la fiducia a Draghi. Oggi il premier alla prova del Senato. Discorso smart per evitare grane

Dal Recovery ai vaccini. Bastano venti minuti per la fiducia a Draghi. Oggi il premier alla prova del Senato. Discorso smart per evitare grane

Oggi alle 10 a Palazzo Madama Mario Draghi si presenterà per il suo discorso sulla fiducia. Un discorso breve, di venti minuti circa, si ipotizza. I punti cardine sono stati indicati dall’ex presidente Bce nell’intervento al Quirinale, dopo aver ricevuto l’incarico, e dettagliati nelle consultazioni con partiti e parti sociali. E indiscrezioni sono trapelate anche dal primo consiglio dei ministri. Ambiente, Europa, atlantismo le stelle polari. Il primo tassello è sicuramente l’uscita dall’emergenza Covid, a partire dall’accelerazione della campagna di vaccinazione. C’è il discorso delle varianti.

Il premier manterrà la linea della prudenza? Draghi pone al centro dell’azione i giovani. Leva per il rilancio economico: il Recovery plan. Altri temi nell’agenda: accorciare i tempi dei processi. Puntare sulla lotta all’evasione. Scommettere su un fisco progressivo. Ridurre le tasse sul lavoro. Razionalizzare i sussidi sul lavoro senza fare passi indietro. Creare occupazione anche con investimenti pubblici. Riaprire i cantieri (Draghi ha citato il modello Genova), aiutare le piccole e medie imprese con i ristori, far sì che le banche possano aiutare le aziende. Transizione digitale. Tre le riforme che, nel giro di consultazioni, ha indicato: fisco, Pubblica amministrazione, giustizia.

Altra emergenza principe da affrontare la scuola. Il premier, consapevole del variegato e multiforme panorama di forze politiche che si sono impegnate a sostenerlo, chiederà coesione e collaborazione. Gli incidenti sono ad ogni angolo. Se lo scoglio della prescrizione appare al momento aggirato, con il congelamento annunciato degli emendamenti al Milleproroghe che intendevano neutralizzare la riforma Bonafede, tanti sono i dossier spinosi che bussano alle porte. C’è la crisi dell’ex Ilva.

Che fare dopo la sentenza del Tar che ha ordinato lo spegnimento entro sessanta giorni dell’area a caldo? E il dossier Alitalia: il bando per la cessione degli asset ancora manca, i soldi in cassa sono quasi finiti, l’Ue ha già detto di non voler concedere altri aiuti di Stato. E poi Autostrade. L’ultima proroga concessa da Atlantia al consorzio formato da Cassa e dai fondi esteri Blackstone e Macquarie fissa al 24 febbraio il nuovo termine per l’offerta definitiva per l’88,06% della concessionaria.

Bisognerà, poi, prendere una decisione sul blocco delle cartelle fiscali, sulla Cig Covid e sullo stop ai licenziamenti. Al Mef il lavoro tecnico sul quinto decreto ristori procede e il vecchio governo lascia in eredità uno schema di interventi che sfrutta tutti i 32 miliardi di extradeficit autorizzati dal Parlamento. Lo schema prevedeva proroga della Cig Covid e del blocco dei licenziamenti con un meccanismo che già ad aprile diventava però selettivo e un articolato pacchetto lavoro (fino al rifinanziamento di Reddito di emergenza e di cittadinanza). Sull’intero provvedimento serve una nuova sintesi politica che decida anche come e quando riprendere l’attività di riscossione delle cartelle che, senza interventi, ripartirebbe dal primo marzo.