D’Alema fa il bullo con Renzi. E prevede la sconfitta al voto. Il dialogo con Verdini e Alfano è un errore madornale. Per le Comunali a Roma definisce Giachetti poco autorevole

Un centrosinistra alternativo a Renzi, che non sia un nuovo partitino. D’Alema si è messo in testa all’offensiva contro l’attuale "arrogante" segreteria Pd

di Alessia Vincenti

Un centrosinistra alternativo a Renzi, che non sia un nuovo partitino. Massimo D’Alema si è messo in testa all’offensiva contro l’attuale segreteria del Pd, giudicata “arrogante”. E ha specificato che la partita si gioca all’interno del congresso. “Bisogna compiere un lavoro di ricostruzione del centrosinistra, non di creazione di un partitino alla sinistra del Pd”, ha affermato a Sky Tg24 l’ex presidente del Consiglio. “È una battaglia politica e culturale – ha aggiunto – che passa sia all’interno che all’esterno del Pd, perché molti hanno deciso di andarsene. Ci sono diverse personalità intorno a cui si può ricreare il centrosinistra in alternativa a Renzi. Quando si arriverà al congresso del Pd questo risulterà alla luce del sole”. Parole che hanno in parte corretto il tiro rispetto a quanto dichiarato nell’intervista al Corriere della Sera, più orientata a una possibile scissione: “Guardo con simpatia alla battaglia della minoranza, ma non mi pare che, purtroppo, riesca a incidere sulle decisioni fondamentali”, aveva detto.

SCONFITTA – L’analisi di D’Alema è pessimistica sul futuro. “Lo schema mi pare evidente: approfittare della crisi di Berlusconi per prenderne il posto. Ma è un’illusione. Il problema non è Verdini, che è uomo intelligente e molto meno estremista di alcuni suoi partner del Pd. Verdini ha capito che se Renzi rompe con la sinistra va dritto verso la sconfitta, magari in un ballottaggio con i Cinque Stelle”, ha scandito. Perché “il Pd non ce la fa più a tenere insieme il campo di forze del centrosinistra. E dubito che riuscirà a compensare le masse di voti perse a sinistra alleandosi con il mondo berlusconiano”. Stesso esito negativo è previsto per le scadenze elettorali più attese. “A Roma c’è bisogno di una personalità più forte e autorevole di Giachetti. Mentre a Napoli non abbiamo molte possibilità di vincere”. E sempre per la corsa al Campidoglio ha incalzato sul vincitore delle primarie: “Giachetti si è fotografato su Internet mentre traina un risciò su cui è seduto Renzi. Ma questa non può essere l’immagine del sindaco di Roma, neanche per scherzo”. Quindi meglio Massimo Bray: “La sua candidatura sarebbe quella di maggior prestigio per la Capitale”. Il momento dell’attacco dalemiano non è puramente casuale. È arrivato infatti alla vigilia dell’incontro organizzato a San Martino in Campo (Perugia) da Sinistra Riformista Pd, la corrente di Roberto Speranza. E proprio domani è atteso l’intervento pubblico del Lider Maximo.L’ex segretario dem, Pier Luigi Bersani, arrivando all’incontro in Umbria, ha colto la palla al balzo: “Qui si respira un bel profumino di Ulivo. Il centrosinistra è geloso dei suoi valori e delle sue tradizioni, di vincere con i suoi valori”.

RISPOSTE – Dalla segreteria l’attacco non è passato inosservato. La prima replica è arrivata dal renziano Ernesto Carbone, componente della segreteria del Pd. “È sleale, pugnala il suo partito. Il suo disegno è fin troppo chiaro: far perdere le amministrative al Pd”, ha commentato. Anche da Matteo Mauri, esponente della corrente di minoranza più dialogante, arriva una presa di distanza: “Pensare che i problemi siano nati con la segreteria di Renzi è una cosa infantile e autoassolutoria che non fa onore all’intelligenza di chi la sostiene”. E non ha potuto esimersi del rispondere il presidente dell’Assemblea nazionale del Pd, Matteo Orfini: “Sui temi politici che D’Alema pone discuteremo in direzione il 21 di marzo”. Che ha poi usato anche l’ironia in un tweet, riferendosi alla supponenza del suo mentore: “Leggo che D’Alema mi ‘disconosce’ perché sarei arrogante. Il che – francamente – non torna”. E, per dirla con Fabrizio Cicchitto, sembra “una scissione di fatto nel Pd”.