Dalla giustizia ad Autostrade, tutti i diktat di Renzi. Sono mesi che l’ex premier attacca gli alleati. Presentati 150 emendamenti al Milleproroghe

Non ne ha mai fatto mistero Matteo Renzi, la sua Italia Viva non andrà mai “a rimorchio dei grillini, non sarà mai la sesta stella di Beppe e non si iscriverà a Rousseau”, ha tenuto a precisare nei giorni scorsi il senatore toscano. Anche se non risulta che qualcuno gli abbia mai chiesto di iscriversi alla piattaforma. Il punto è un altro, ed è tutto politico: che senso ha attaccare ogni giorno gli alleati di governo? L’ex premier ne ha per tutti: per il Pd, accusato di essere appiattito sulle posizioni “populiste e giustizialiste” del Movimento, per Conte – che non considera un punto di riferimento per i progressisti e con il quale governa perché la situazione è “emergenziale” (anche se nega di voler far saltare il banco) – ma è ai 5Stelle che riserva le stoccate più dure. Sulla riforma della prescrizione la sua posizione è sempre stata chiara: fatica a trovare “qualcosa di più barbaro e di più incostituzionale”.

Pur di cancellare la riforma Bonafede entrata in vigore il 1° gennaio scorso – che sospende la prescrizione dopo il primo grado di giudizio – Renzi si è detto disposto a fare asse in aula con Forza Italia votando il ddl Costa per ripristinare la normativa precedente, come ha già fatto in commissione lo scorso 15 gennaio, mentre M5s, Pd e Leu hanno votato contro e stanno cercando un accordo sulla bozza presentata dal Guardasigilli anche sul cosiddetto lodo Conte sulla prescrizione, seppur con tutte le perplessità su eventuali profili di incostituzionalità. Ma quella sulla giustizia è solo l’ultima di una lunga serie di prese di posizione contro le proposte grilline, basti pensare alla questione delle concessioni autostradali: lunedì Iv ha di fatto provato a salvare le maxi penali a carico dello Stato in caso di revoca dei contratti in essere, presentando un emendamento in commissione alla Camera per cancellare l’articolo 35 del decreto Milleproroghe – ma sono ben 150 gli emendamenti presentati dal partito di Renzi – che disciplina le disposizioni in caso di revoca, di decadenza o di risoluzione di concessioni di strade o di autostrade, indicando il percorso da seguire in caso di revoca (nella transizione la gestione passa ad Anas) e riducendo le eventuali penali che lo Stato dovrebbe riconoscere.

Seppur abbia un connotato erga omnes, valido cioè per tutte le concessionarie autostradali, ha nei fatti un destinatario preciso: la società controllata da Atlantia, a sua volta riconducibile al 30% alla famiglia Benetton. La misura in questione è anche all’origine anche dello scontro tra il governo e Autostrade per l’Italia, che ha inviato una missiva al governo con cui palesa l’intezione di risolvere il contratto chiedendo un risarcimento pari a 23 miliardi di euro. Non si tratta però di un fulmine a ciel sereno, le tensioni fra i due partiti non sono mai venute meno neanche in sede di approvazione della legge finanziaria, basti pensare alla dura opposizione contro la plastic tax e la sugar tax. Alcuni dei 150 emendamenti presentati da Iv mirano infatti proprio a rinviare le cosiddette microtasse al primo gennaio 2021. Ma non finisice qui, lo scontro tutto interno alla maggioranza si preannuncia anche sul piano Innovazione della ministra pentastellata Paola Pisano, redatto, secondo l’ex premier, “con tanto di ringraziamento di Casaleggio, alla faccia del conflitto di interessi”.