Dalla Grande bellezza alla grande vergogna. Moccia: le campagne elettorali non possono costare milioni. I partiti ripartano dalla trasparenza e caccino chi sbaglia

caverzanChe smacco per la città eterna. E soprattutto che vergogna in mondovisione. Il Campidoglio rischia di essere sciolto per mafia. Ma Roma solo pochi mesi fa non era la città dell’Oscar?
“In pochi mesi siamo passati dalla Grande bellezza alla Grande vergogna” sintetizza Federico Moccia, autore di Tre metri sopra il cielo, Amore 14, Ho voglia di te e Scusa ma ti chiamo amore.
È sorpreso da tutto questo casino?
“No. Sono dispiaciuto per Roma e per i romani. Ma la politica degli affari non mi sorprende più. Ciò che è accaduto in passato non va dimenticato. Favoritismi e mazzette sono sempre esistite. Non sono state cancellate dalle inchieste”.
È tutto il sistema che è marcio. Non c’è rimedio…
“Non mi piace fare di tutt’erba un fascio. Ci sono anche politici che non fanno parte del sistema. Però devono resistere alle pressioni e non devono avere nessuna ombra dietro le spalle per avere la capacità e la forza di dire sempre no. Poi c’è la burocrazia che ha appesantito la nostra possibilità di farcela: è come stare in una palude e muoversi con due gommoni attaccati ai piedi”.
Anche lei è un sindaco. Come va a Rosello?
“Vengo criticato per non essere presente. Come se il sindaco ideale fosse chi è sempre in paese. Non chi risolve i problemi, non fa cazzate e si circonda di una squadra competente. Tra l’altro io non prendo un euro e devolvo il mio stipendio per le spese comunali del giardino”.
A proposito di stipendi. Girano certe cifre…
“È ora di finirla con gli strapagati. La gente non ne può più. C’è troppo divario. I tagli sono necessari. Chissenefrega se la qualifica di chi viene scelto non è eccelsa. L’importante è che ci siano persone capaci e volenterose. E soprattutto oneste. Ci sono tanti incapaci che parlano a vanvera. Tromboni strapagati che hanno pontificato sulla questione dei lucchetti a Ponte Milvio, non capendo, come invece fece Veltroni, l’importanza turistica e mediatica”.
I politici hanno perso la credibilità.
“Basta una bugia per perderla. Mi dà fastidio il fatto che tutti si ripropongano come se non fosse accaduto nulla. Ci vorrebbero le dimissioni obbligatorie. Faccio un esempio: l’altra giorno ho visto in tv Oscar Giannino da Giletti e ho cambiato canale. Anche lui nel suo piccolo ci ha ingannato. Aveva dichiarato di essere laureato. Una bugia. Ora la gente come fa a sapere se quello che dice è vero?”
Cose si deve fare per finanziare la campagna elettorale di un candidato senza renderlo prigioniero di chi stacca l’assegno?
“Quello che si fa nel cinema. Il task credit con finanziamenti volontari, trasparenti e detraibili dalle tasse. Si investe su chi si crede e si scarica l’importo sulle tasse. Un modo per rendere indipendente e non schiavo il politico”.