Le Lettere

Dalla Russia con amore

Infuria lo scandalo della conversazione telefonica intercettata tra l’inviato americano e quello russo. È incredibile che colloqui così delicati e segreti siano stati intercettati e passati ai giornali.
Fausto Rolandi
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Gentile lettore, non c’è dubbio che nella telefonata l’inviato americano Steve Witkoff usi un atteggiamento molto cordiale, quasi amichevole, con il delegato russo Yuri Ushakov. Ma dov’è lo scandalo? È probabile che Witkoff si comporti allo stesso modo con gli emissari ucraini. In fondo, fa quel che deve fare, “cerca di vendere un accordo in cui entrambe le parti devono avere e devono dare” come ha detto Trump, che per una volta sembra l’unico assennato. Altra questione è chi e perché ha diffuso le intercettazioni. Certamente è qualcuno che voleva boicottare il negoziato di pace. I boicottatori pullulano sia nell’establishment americano, il Deep State (un residuo dell’èra Biden, ma non solo), sia ovunque in Europa. Ma solo gli apparati americani, come Cia e Nsa, e non quelli europei, sembrano essere stati in grado di effettuare l’intercettazione. Le notizie da Washington fanno intuire un Trump imbufalito, proprio perché è alquanto evidente che la matrice sia americana. Si parla di interessi uguali e contrari dei due prossimi “papabili” per la Casa Bianca, il Vice Presidente JD Vance e il Segretario di Sato Marco Rubio. Non so quanto questo sia attendibile. Però, a mio parere, chiunque abbia effettuato l’avventurosa intercettazione, sia anche un capo della Cia (che rischia la galera), deve aver agito su indicazione di un potere forte e deve essersi sentito con le spalle ben coperte.

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