Dalla svolta pacifista al ritorno di Grillo. Il M5S sorpassa la Lega. La linea di Conte inizia a pagare. Ma l’ex premier non si accontenta

Chiunque segue il M5S non può non rendersene conto: con la rielezione di Giuseppe Conte il corso impresso al Movimento è cambiato nettamente.

Dalla svolta pacifista al ritorno di Grillo. Il M5S sorpassa la Lega. La linea di Conte inizia a pagare. Ma l’ex premier non si accontenta

Chiunque segue il M5S non può non rendersene conto: dopo la nuova votazione che ha riconfermato in maniera plebiscitaria Giuseppe Conte alla guida dei pentastellati, il corso impresso al Movimento è cambiato nettamente. Quasi come se l’ex presidente del Consiglio, vista anche la esigua esperienza politica, abbia imparato dai propri errori e si sia ripromesso di non commetterne altri.

La linea del leader M5S Conte inizia a pagare. Ma l’ex premier non si accontenta

Fatto sta che il clima che si respira all’interno anche dei gruppi parlamentari M5S – per quanto alcune divisioni, specie con i dimaiani, restino – è molto più disteso. Si ha la netta sensazione, detta in altri termini, che si stia navigando insieme nella stessa direzione. “Come all’inizio”, mormorano alcuni parlamentari che confermano questo sentore.

D’altronde sono gli stessi sondaggi che lo riconoscono in maniera nitida. Secondo lo scenario politico tracciato da un’indagine Ipsos e svelata da Nando Pagnoncelli su La7, il M5S avrebbe superato la Lega di Matteo Salvini. Primo partito resta Fratelli d’Italia con il 21,9% dei consensi (+0,7), a seguire il Pd con il 21,1% (+0,7%).

A seguire da segnalare il sorpasso del M5s sulla Lega di Salvini: il partito di Conte cresce dello 0,7% e si ferma al 15%, mentre la Lega è al 14,7%, facendo segnare una perdita del 2,2%. Numeri opinabili, certo, essendo un sondaggio, ma che svelano un trend che dà conforto alla linea tracciata da Conte nel Movimento.

A questo punto è lecito chiedersi quali siano stati gli ingredienti su cui, specie ultimamente, Conte ha deciso di insistere. Il punto focale è senza ombra di dubbio il pacifismo spinto: in uno scenario di guerra in cui la stragrande maggioranza dell’arco parlamentare ritiene legittimo non solo l’invio di aiuti all’Ucraina (su cui il Movimento non è mai stato contrario), ma anche l’aumento tout-court delle spese militari, la voce dei pentastellati è stata l’unica – e senza ombra di dubbio la più chiara – sulla strada del pacifismo e di chi crede che la guerra non debba necessariamente richiamare altra guerra.

Conte, forte del suo consenso, ha puntato i piedi sull’aiuto “armato” promesso Draghi all’Ucraina

E non è un caso che Conte, forte di questo consenso, ha puntato i piedi anche in relazione al nuovo aiuto “armato” promesso da Mario Draghi all’Ucraina: la linea del M5S è sì agli aiuti umanitari ma assolutamente no all’invio di mezzi militari pesanti. E su quest’aspetto altro ingrediente che ha cementato parlamentari e attivisti è stato anche il ritorno di Beppe Grillo, sulla stessa linea spinta del pacifismo.

A riguardo c’è d dire che le incomprensioni nate appena dopo la prima elezione di Conte a capo del M5S (quella poi annullata dal tribunale di Napoli, per intenderci) tra l’ex premier e il garante dei pentastellati, avevano scosso non poco la stabilità interna. Ed è qui che Conte ha dimostrato di imparare dal passato, visto il ruolo centrale che Grillo è tornato a ricoprire.

Questo non vuol dire ovviamente che sia tutto rosa e fiori. Tanto c’è ancora da fare. E gli stessi contiani ritengono ancora “insoddisfacenti” (questa la parola che è stata utilizzata col nostro giornale…) i dati dei sondaggi, segno però che si è convinti di poter crescere ancora, e tanto. A patto che, però, non si commettano più errori di strategia politica.

Come accaduto con la posizione del M5S in relazione alle elezioni politiche francesi: l’ambiguità di Conte che, di fatto, è rimasto a metà strada tra Macron e Le Pen è stata fortemente criticata. Conte lo sa. “E ha promesso di non fare più lo stesso errore”.