Dallo Spallanzani all’Oms. La Meloni prenota il posto a Vaia

La nomina del direttore dello Spallanzani Vaia all'Oms sarebbe stata caldeggiata a Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Dallo Spallanzani all’Oms. La Meloni prenota il posto a Vaia

Francesco Vaia, che nel 2021 ha assunto l’incarico di direttore generale all’Istituto Lazzaro Spallanzani all’età di 68 anni (grazie ad un emendamento ad hoc), si starebbe preparando ad un nuovo grande salto.

La nomina del direttore dello Spallanzani Vaia all’Oms sarebbe stata caldeggiata a Ghebreyesus

Potrebbe infatti andare a ricoprire a breve il ruolo direttore vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (ricoperto in passato da Ranieri Guerra). Secondo quanto risulta a La Notizia, sarebbe stata la premier Giorgia Meloni ad inoltrare, con una lettera, questa richiesta al direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Ma non finisce qui, per Vaia nel caso dovesse andare male con l’Oms si potrebbero aprire le porte del ministero della Salute come direttore generale della Prevenzione sanitaria al posto di Giovanni Rezza in scadenza a maggio. Posti prestigiosi cche sarebbero una sorta di ricompensa per il servizio svolto allo Spallanzani, dove in passato ha avuto in cura anche la madre della presidente del Consiglio.

L’attuale direttore generale dello Spallazani ha avuto una carriera da manager della sanità iniziata grazie ad una sorta di “compensazione”. Negli anni Ottanta Vaia era un militante del Partito socialista ed è diventato direttore sanitario come ricompensa per la mancata candidatura alle elezioni provinciali (il partito preferì Luigi Cesaro detto Giggino a’ purpetta).

Così nel 1991 venne nominato amministratore della Usl 41 di Napoli al centro di decine di casi di corruzione patteggiati. Ma non è solo il passato a pesare sulle spalle di Vaia. Anche sul suo operato durante la pandemia gravano delle ombre. Dal vaccino Reithera, la cui sperimentazione è stata interrotta quasi subito, al protocollo con i russi, che ha aperto le porte dei dati delle banche biologiche dell’Unione europea. Fino al vaccino Sputnik, fortemente sponsorizzato da Vaia, ai progetti finanziati con i 30 milioni delle donazioni Covid di cui ad oggi non si conosce lo stato dei lavori.

Insomma dubbi su dubbi ai quali nessuno ha saputo ancora dare risposta. Ma Vaia non è il solo ad aspettare un avanzamento di carriera perché con lui ci sono nuovi e vecchi direttori generali della sanità, che il neo governatore del Lazio, Francesco Rocca, dovrà piazzare e ripescare dall’elenco nazionale riaperto dal governo con un emendamento al decreto Milleproroghe.

Manager che almeno nel Lazio andranno a coprire i posti vacanti nell’Asl Roma 1 (posto ambito per via del Giubileo), Asl Frosinone, Asl Rieti, Spallanzani (a breve) e Asl Roma 6. A questi dovrebbe aggiungersi Tor Vergata dove il direttore generale Giuseppe Quintavalle sarà ricollocato in altro ruolo. Infatti Rocca, che non vuole mollare la delega alla Sanità, farà un rafforzamento dell’area nominando Andrea Urbani a capo della Direzione regionale Salute al posto di Anniachiarico (che come avevamo scritto ha traslocato in Veneto dove è stato nominato al vertice dell’area sanità) mentre Quintavalle si occuperà dell’area sociosanitaria.

A rientrare in pista dalla Calabria, dopo essere stato lasciato da Nicola Zingaretti in panchina, è anche l’ex dg dell’Asl Roma 3, Vitagliano De Salazar, oggi commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. Il nipote Francesco De Salazar è consigliere comunale di Roma con Fratelli d’Italia. Dopo oltre 10 anni all’Ares anche Maria Paolo Corradi (parente del consigliere Giancarlo Righini-Mr Preferenze) potrebbe essere riposizionata. Infine, il cerchio si stringe ancora intorno ai nominativi con un nuovo emendamento ancora in cantiere per i direttori generali che innalzerebbe la soglia di età da 65 a 72 anni.